martedì 30 novembre 2010

Ora ricomincio da capo

"L'assunzione di tutte le scelte sbagliate di ogni uomo è la Croce di Cristo.
Ma nello stesso tempo il perdono di Dio consiste nella Sua azione, che trasforma la nostra libertà e rinnova alle radici il nostro io.
Questo atto è più divino, è più grande dello stesso atto della creazione.
Esiste un limite contro il quale si infrange la potenza del male: il perdono e la misericordia di Dio
Il cristianesimo è la possibilità di dire in qualunque circostanza: < Ora ricomincio da capo >".

Card. Carlo Caffarra, Tempi n.47,  1 dicembre 2010

martedì 23 novembre 2010

I cattolici sociali secondo il prof. Miglio

"La politica, come pensava Machiavelli, ha regole diverse dall'etica. 
La morale è una cosa, la politica un'altra. 
Ecco perchè non posso soffrire le anime belle, i La Pira, i Dossetti, i Lazzati, con la loro idea astratta dell'uomo. 
Non sopporto i cattolici sociali che vorrebbero insegnare al Padreterno come andava fatto l'uomo
Io invece accetto l'uomo come Dio l'ha creato, un impasto di bene e di male"

intervista tratta da Il Giornale, 20 marzo 1999

domenica 14 novembre 2010

L'umanità trepidi

"L'umanità trepidi, l'universo intero tremi, e il cielo esulti, quando sull'altare, nelle mani del sacerdote, è il Cristo figlio di Dio vivo.
O ammirabile altezza, o degnazione stupenda! O umiltà sublime! O sublimità umile, che il Signore dell'universo, Dio e Figlio di Dio, così si umili da nascondersi, per la nostra salvezza in poca apparenza di pane!
Guardate, frati, l'umiltà di Dio, e aprite davanti a Lui i vostri cuori; umiliatevi anche voi, perchè egli vi esalti. Nulla, dunque, di voi, tenete per voi; affinché vi accolga tutti Colui che a voi si dà tutto".
(FF 221)

lunedì 8 novembre 2010

L'ultima partita a scacchi

Berlusconi è finito, la coscienza nazionale che si sta lentamente risvegliando gli ha già notificato il cartellino giallo, ma il rosso dell'espulsione immediata ancora no; quindi è ancora in campo e giocherà molto duro proprio perchè è consapevole che sarà fuori nei prossimi match.

Se volessimo adottare a mo' d'esempio il gioco degli scacchi, direi che lui è il re che lotta per evitare lo scacco matto, Fini è la regina avversaria che può muovere in molte direzioni, Bossi gioca con una torre in difesa del re. Alfieri e cavalli distribuiteli come vi pare tra gli altri comprimari della partita.

(Eugenio Scalfari, L'ultima partita a scacchi del Cavaliere, la Repubblica, 7 novembre 2010)

domenica 7 novembre 2010

Con disciplina e onore

Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi.

I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.

(Costituzione, art. 54)

giovedì 4 novembre 2010

Angela e la fine del multiculturalismo

Angela Merkel, che ha da affrontare problemi nazionali ed europei da spalle di Atlante, ha rivelato una verità di scoramento non più reprimibile parlando a Potsdam, il 17 ottobre, al congresso giovanile della CDU, della difficoltà di convivere serenamente dei residenti autoctoni di etnia tedesca e delle comunità immigrate arabo-turche irremovibilmente islamiche e minimamente germanofone. 
Testualmente ha dichiarato: "L'accostamento multiculturale e l'idea di vivere in pace fianco a fianco sono un fallimento, un completo fallimento".
Finalmente! Questo in Francia si chiama casser le morceau e in Italia sputare il rospo.
Brava la cancelliera, che non ha sventolato utopie mendaci.

Guido Ceronetti, Angela e la fine del multiculturalismo, parole chiare,  Corriere della Sera del 3 novembre 2010

Quello decretato da Angela Merkel qualche giorno fa è proprio come la fine di un sistema. Un po’ come quando crollano sistemi politici, dittature o repubbliche, come crollò il fascismo, come crollò, qui da noi, la prima Repubblica. Un crollo del multiculturalismo. Del suo sistema. E come quegli altri sistemi crollarono ma non senza spargimento di sangue e ferite profonde, anche questo crollo ha nelle mani sangue e tensioni. Scontri e traumi. E come quei sistemi, anche questo crolla non per un avversario esterno, ma per l’esplosione di troppe interne contraddizioni.
Dire che il sistema del multiculturalismo non funziona significa prender atto della crisi di un sistema di pensiero, oltre che di un sistema di potere. Perché non c’è dubbio che la ideologia del multiculturalismo ha anche creato un sistema di potere. Basta vedere quanti e quali programmi e iniziative politiche, sociali, culturali e così via si dicevano ispirate e sostenute a quella ideologia.
Bastava il marchio di multiculturalismo e si diventava immediatamente giusti, corretti, moderni. Come avveniva con le iniziative ispirate al fascismo. O a certe idee, sempre qui da noi, della Prima Repubblica.
Che ci fosse una egemonia dell’ideologia multiculturale lo dimostrano infiniti atti legislativi, come quelli che a furia di voler garantire una astratta idea di libertà a tutti, ha finito per proibire a moltissimi la più discreta e personale affermazione di appartenenza culturale e religiosa, in un deserto di identità che è il contrario di quanto affermato teoricamente dall’ideologia multiculturale. Un po’ come quando in nome del comunismo dei beni si ritrovavano soprattutto i più poveri senza beni. O, tornando qui da noi, in nome del luminoso avvenire italico, l’Italia si impoveriva di tutto.
Anche in questo caso, in nome del multiculturalismo si è finito per costruire ghetti, per favorire tensioni sociali e radicalizzarsi di affermazioni identitarie. Non solo per reazione, ma per inevitabile conseguenza di un sistema errato nei suoi fondamenti teorici. Ci sono parole che vorrebbero rappresentare la realtà. E invece rappresentano la mente, l’idea di chi vorrebbe che le cose fossero come lui le immagina. Queste parole diventano ideologie suasive, ben confezionate e propagandate. Solo che la realtà, per così dire, non ci sta dentro. Ma non si vuole ridiscutere quelle parole. Perché significherebbe perdere la comodità di essere automaticamente giusti, corretti e moderni. Si perderebbe il potere che automaticamente ne discende. E allora il sistema va avanti, ma calpestando la realtà. E le persone.
L’idea di una società multiculturale ha evidenziato i suoi drammatici scompensi in molti posti del mondo. Le crisi in Francia, in Germania, in Inghilterra - accadute sotto governi di diversi colori, ma integrati nel sistema del multiculturalismo - ci devono insegnare qualcosa, sia sugli errori sia sul valore di certe idee non campate per aria che abbiamo in Italia.
L’esempio da molti citato della società Usa non è adeguato: lì c’è una società multietnica, non multiculturale. Le recenti polemiche sulle domande da inserire nel questionario di censimento, sulla moschea a Ground Zero e altri fatti più o meno evidenti, mostrano che finché l’idea è essere innanzitutto americani (l’idea che vince sempre a Hollywood e nei grandi media, altro che multiculturalismo!) le cose funzionano. Altrimenti scricchiolano. E parecchio. A un sistema che crolla è bene non sostituirne un altro. Ma come diceva un gran poeta francese: diffidare dei sistematici, e servire umilmente la realtà.
Davide Rondoni
da Avvenire, 24 ottobre 2010

la rivendicazione delle debolezze

Berlusconi non sembra rendersi conto che questa pubblica rivendicazione delle sue debolezze private sta divertendo il mondo, riaccendendo tutti i più triti pregiudizi sul carattere degli italiani e soprattutto oscurando quello che il governo è riuscito a fare in questi momenti difficili.
Niente è più grave di questo continuo stllicidio di picche e ripicche, questa sciagurata confusione di pubblico e privato. Gli italiani non lo meritano.

Sergio Romano, Corriere della Sera, 3 novembre 2010

lunedì 1 novembre 2010

Segnali di insoddisfazione

Alla corte di Arcore non figurano tra ministre, cubiste e turiferari anche i cappellani del re; personaggi come monsignor Fisichella e don Verzé si limitano a erogare da lontano le loro benevole "contestualizzazioni" assolutorie, attenti a non inciampare come il cardinale Bertone tra i calici di Berlusconi e Casini in casa Vespa una notte di mezza estate. Ciò che si percepisce oggi dai mondi ecclesiali è che il tasso di cautela verso il governo e il suo leader è in crescita a misura in cui il Papa batte sul tasto dell'etica  politica e di una nuova generazione di cattolici in politica. I segnali di insoddisfazione si intensificano oltre Tevere e alla Cei, sotto la pressione di sotterranee rivolte dai mondi cattolici periferici. Il giornale vaticano è uscito dalla riserva il 2 ottobre con la critica alle "deplorevoli battute" di Berlusconi, la cui bestemmia ridanciana aveva offeso "il sentimento dei credenti e la memoria sacra dei sei milioni di vittime della Shoah". Ci voleva una bestemmia per scuotete le pigrizie compici delle nuove Sacre Alleanze, il cui moralismo politico si dichiara nell'apparente neutralità verso i governi, purché assicurino rendite agli interessi ecclesiastici".

Giancarlo Zizola, "Dalla Chiesa segnali di insoddisfazione", la Repubblica, 31 ottobre 2010

La peggior forma di governo

  " La democrazia è la peggior forma di governo, fatta eccezione per tutte le altre fino ad ora sperimentate " Winston Churchill a...