martedì 31 luglio 2012

La trattativa

In quest'estate cosi carica di dibattito sul nostro passato, c'è un'Italia che ha improvvisamente scoperto la trattativa. Ma è davvero così inedito questo tema, è così nuova la notizia che un pezzo di Stato ha o avrebbe trattato con la mafia prima e dopo le stragi del 1992? Forse è opportuno fare un passo indietro per orientarci in questo complicato affaire, e ricostruire la storia di un negoziato che per qualcuno è solo un teorema giudiziario ancora tutto da dimostrare e per qualcun altro è addirittura palesemente infondato. Partiamo da un punto: su quel patto fra pezzi delle Istituzioni e Cosa Nostra c'è già il bollo di una sentenza emessa in nome del popolo italiano.

Dunque - al di là dell'inchiesta dei magistrati siciliani e delle responsabilità che coinvolgeranno o meno i dodici indagati eccellenti per i quali è stato richiesto qualche giorno fa il rinvio a giudizio - la trattativa non è "supposta" o "ancora da verificare in sede processuale", una corte di assise ha già detto che è stata "indubbiamente" avviata fra il 1992 e il 1994.

Ci sono documenti che parlano da quasi vent'anni di questo accordo per fermare le bombe. Informative di polizia. Atti acquisiti negli archivi dell'amministrazione penitenziaria. Testimonianze di investigatori dei reparti speciali, di ex ministri, di funzionari del ministero di Grazia e giustizia e - se valgono ancora qualcosa - di mafiosi pentiti. Infine c'è
il verdetto di un collegio giudicante - quello di Firenze - che appena qualche mese fa ha condannato una quindicina di boss per le bombe di via dei Georgofili (tra loro i soliti Totò Riina, Bernardo Provenzano, Giuseppe Graviano) e poi ha dedicato cento delle cinquecentoquarantasette pagine della motivazione della sentenza esclusivamente al movente degli attentati in Continente e, appunto, alla trattativa. Sono datate marzo 2012. Si legge nella prima di quella cento pagine: "Una trattativa indubbiamente ci fu e venne, quantomeno inizialmente, impostata su un do ut des. L'iniziativa fu assunta da rappresentanti delle istituzioni e non dagli uomini di mafia".

Non è stata solo la procura di Palermo a indagare sui misteri di quella stagione di sangue. L'ha fatto quella di Caltanissetta che ha scoperto un gigantesco depistaggio nell'inchiesta iniziale sull'uccisione di Paolo Borsellino, e ancora sta investigando sulle "anomalie" dell'attentato all'Addaura nel giugno del 1989 contro Giovanni Falcone e sul massacro di Capaci. L'ha fatto la magistratura di Firenze che aveva anche il compito di scoprire i "mandanti altri" di quegli attentati, scavando sullo stesso fronte dei pubblici ministeri palermitani e ascoltando in aula testi come l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino o come l'ex ministro della Giustizia Giovanni Conso. Scrivono di loro i giudici di Firenze: "Dalla disamina delle dichiarazioni di soggetti di così spiccato profilo istituzionale esce un quadro disarmante che proietta ampie zone d'ombra sull'azione dello Stato nella vicenda delle stragi". E ancora i giudici fiorentini ricordano come fu revocato, subito dopo le bombe, il carcere duro per centinaia di mafiosi, un chiaro segnale "di cedimento alla mafia".

Le risultanze investigative dei pm di Palermo sono pressoché simili. E alle stesse conclusioni sono arrivati anche i magistrati di Caltanissetta, titolari delle inchieste sulle stragi di Capaci e di via D'Amelio e che hanno svelato il depistaggio messo in opera da apparati dello Stato - il "Gruppo Falcone Borsellino", incaricato con decreto governativo d'indagare sulle bombe che hanno ucciso i due giudici - e che hanno portato qualche mese fa alla revisione del processo Borsellino, allo sbugiardamento del falso pentito Vincenzo Scarantino e alla liberazione di sette innocenti scarcerati dopo diciassette anni con sentenze passate in giudicato.
C'è in sostanza una convergenza investigativa fra le varie procure italiane - e con il coordinamento della procura nazionale di Pietro Grasso - nonostante qualche contrasto inevitabilmente affiorato sulla strategia da seguire in certe fasi delle indagini.

D'altronde, questa storia della trattativa ha compiuto quasi vent'anni. Per la prima volta quella parola è comparsa in un'informativa dell'11 settembre 1993 inviata dal Servizio centrale della Polizia di Stato alla commissione parlamentare antimafia. Oggetto: "Attentati verificatisi a Roma, Firenze e Milano. Per quanto d'interesse si trasmette appunto riservato concernente gli attentati". Il testo che ne seguiva: "Obiettivo della strategia delle bombe sarebbe quello di giungere a una sorta di "trattativa" con lo Stato per la soluzione dei principali problemi che attualmente affliggono l'organizzazione: il "carcerario" e il "pentitismo".. ". E ancora: "Nel corso di riservata attività investigativa funzionari del Servizio hanno acquisito notizie fiduciarie di particolare interesse sull'attuale assetto e sulle strategie operative di Cosa Nostra". Mettere bombe "per intimidire, destabilizzare e creare i presupposti di una "trattativa", per la cui conduzione potrebbero essere utilizzati da Cosa Nostra anche canali istituzionali".

Dopo le bombe il 41 bis è stato effettivamente cancellato per centinaia di mafiosi e "alleggerito" per altri. Una nuova legge sui collaboratori di giustizia c'è stata. E intanto è arrivato a governare l'Italia Silvio Berlusconi con il suo fedele amico Marcello Dell'Utri. È in quel momento che gli attentati sono finiti. Ed è questa l'ultima parte dell'inchiesta sulla trattativa dei pm di Palermo: capire perché la mafia non ha seminato più terrore come nei due anni precedenti. I magistrati di Firenze si trovano in qualche modo d'accordo con quelli di Palermo anche su questo punto. Scrivono nelle motivazioni della sentenza sulla strage dei Georgofili: "Non ha trovato consistenza l'ipotesi secondo cui la nuova "entità politica" (Forza Italia ndr) che stava per nascere si sarebbe addirittura posta come mandante o ispiratrice delle stragi". Ma i giudici sospettano anche "che una svolta nella direzione politica del paese fosse stata vista dalla mafia come una chance per affrancarsi dalla precedente classe dirigente in declino". Tutto sommato Cosa Nostra era contenta di come stavano andando le cose in Italia in quell'inizio del 1994, quando Berlusconi si preparava a diventare premier per tre volte in quindici anni.
fonte: Repubblica.it

giovedì 26 luglio 2012

Governatori nella bufera


BARI - La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e per l'ex dg della Asl Bari, Lea Cosentino. Per i due l'accusa è di concorso in abuso di ufficio in relazione al concorso da primario di chirurgia toracica all'ospedale San Paolo di Bari, vinto dal professor Paolo Sardelli.
LE CONTESTAZIONI - L'udienza preliminare al termine della quale si deciderà sulle due richieste di rinvio a giudizio è fissata per il 27 settembre prossimo dinanzi al gup del tribunale di Bari Susanna de Felice. Gli inquirenti contestano a Vendola di aver istigato l'allora direttore della Asl Bari, Lea Cosentino a riaprire i termini per la presentazione delle domande per accedere al concorso. «Quel concorso deve vincerlo Sardelli», avrebbe detto Cosentino agli inquirenti che la interrogavano riferendo le parole pronunciate dal presidente Vendola in occasione della selezione alla quale il medico «raccomandato» non aveva partecipato perché in lizza per un altro posto da primario presso l'ospedale Di Venere di Bari. Venuta meno la possibilità di assumere un incarico direttivo al Di Venere, Vendola - questa l'ipotesi accusatoria - si sarebbe quindi attivato per assicurare a Sardelli l'assunzione quinquennale al San Paolo. I fatti contestati si riferiscono al periodo compreso tra settembre 2008 e aprile 2009.
IL RUOLO DELLA COSENTINO - È stato l'ex direttore generale della Asl di Bari, Lea Cosentino, a fare circa un anno fa ai pm varie dichiarazioni sulla gestione della sanità pugliese, accusando il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e suoi assessori di aver interferito per favorire medici o dirigenti targati Pd o Sel. A proposito dell'episodio per il quale la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per il governatore Vendola, così dichiarò ai pm l'ex direttore dell'Asl: «Un'altra pressione riguarda la nomina di primario per l'unità operativa complessa di chirurgia toracica del presidio ospedaliero San Paolo. Nel 2008 era andato in pensione il professor Campagnano, molto bravo e infatti quel presidio andava molto bene. Bandimmo il concorso e Vendola mi chiese di procedere velocemente e sponsorizzò la nomina del dottor Sardelli del policlinico di Foggia, suo amico e secondo lui molto bravo: espletai il concorso ma il dottor Sardelli non presentò la domanda confidando di poter essere collocato presso il Di Venere in un istituenda unità complessa. Quando Sardelli appurò tramite Francesco Manna, già capo di gabinetto di Vendola, che l'istituzione dell'unità di chirurgia complessa del Di Venere non si sarebbe realizzata, Vendola mi chiese insistentemente di riaprire il concorso per consentire al dottor Sardelli di parteciparvi. Io - continua Cosentino - a fronte di tali richieste e nonostante fosse stata già composta la commissione che non si era ancora riunita, riaprii i termini del concorso, anche se non ero d'accordo, con la scusa di consentire il massimo accesso a tutte le professionalità. Era chiaramente una forzatura ma Vendola mi disse di farlo perché mi avrebbe tutelata». Alla fine, «vinse il dottor Sardelli», risultato il più titolato.
IL DOCUMENTO DELLA PROCURA - Due soli indagati e un solo capo di imputazione (concorso in abuso d'ufficio continuato) sono contenuti nella richiesta di rinvio a giudizio fatta dalla procura di Bari nei confronti del presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e dell'ex dirigente della Asl di Bari Lea Cosentino. Quest'ultima è indagata in altre indagini sulla sanità pugliese, anche assieme a Gianpaolo Tarantini. Secondo la procura, Vendola e Cosentino sono indagati per avere dal 25 settembre 2008 al 19 aprile 2009 «Cosentino Lea, nella qualità di direttore generale della Asl Bari, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso e in tempi diversi, su istigazione e determinazione di Vendola Nicola, presidente della Regione Puglia, in violazione dei principi costituzionali di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione, dell'art.15 d.leg.vo 30 dicembre 1992 n.502, dell'art.15-ter d.leg.vo 19 giugno 1999 n.229 e dell'art.10 della legge regionale 3 agosto 2006 n.25, intenzionalmente procurato a Sardelli Paolo un ingiusto vantaggio patrimoniale», favorendolo per «l'incarico quinquennale di Direttore medico della Struttura complessa di chirurgia toracica del presidio ospedaliero San Paolo».
LA DICHIARAZIONE DI VENDOLA - «Con la fissazione dell'udienza preliminare per la vicenda Sardelli, per cui sono indagato per concorso in abuso d'ufficio, posso solo dire che finalmente tiro un sospiro di sollievo essendomi così data possibilità di spiegare, dinanzi al giudice, la correttezza dei miei comportamenti».

Comuni: stipendi a rischio


martedì 17 luglio 2012

Ius soli: la proposta della Regione Marche

(ANSA) - ANCONA, 16 LUG - La Commissione affari istituzionali dell'Assemblea legislativa delle Marche ha approvato a maggioranza una proposta di legge rivolta alle Camere per il riconoscimento dello ius soli ai figli di immigrati nati in Italia. La proposta e' di iniziativa della giunta regionale. Nelle Marche sono censiti 146.000 stranieri (dati del 2011) con la punta massima a Macerata, che registra l'11% della popolazione residente, seguita da Fermo (10%), Ancona e Pesaro (9%) ed Ascoli Piceno (7%).

mercoledì 11 luglio 2012

Il centuplo

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 19,27-29.
Allora Pietro prendendo la parola disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?».
E Gesù disse loro: «In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele.
Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.

Egli riserva ai giusti la sua protezione

Figlio mio, se tu accoglierai le mie parole e custodirai in te i miei precetti,
tendendo il tuo orecchio alla sapienza, inclinando il tuo cuore alla prudenza,
se appunto invocherai l'intelligenza e chiamerai la saggezza,
se la ricercherai come l'argento e per essa scaverai come per i tesori,
allora comprenderai il timore del Signore e troverai la scienza di Dio,
perché il Signore dà la sapienza, dalla sua bocca esce scienza e prudenza.
Egli riserva ai giusti la sua protezione, è scudo a coloro che agiscono con rettitudine,
vegliando sui sentieri della giustizia e custodendo le vie dei suoi amici.
Allora comprenderai l'equità e la giustizia, e la rettitudine con tutte le vie del bene.

Libro de Proverbi 2,1-9.

martedì 10 luglio 2012

Asta deserta: conseguenze

Regio decreto 23 maggio 1924, n. 827
Regolamento per l'amministrazione del patrimonio e per la contabilità generale dello Stato

art. 41


1. Si procede alla stipulazione dei contratti a trattativa privata:
1) quando gli incanti e le licitazioni siano andate deserte o si abbiano fondate prove per ritenere che, ove si sperimentassero, andrebbero deserte;2) per l’acquisto di cose la cui produzione è garantita da privativa industriale o per la cui natura non è possibile promuovere il concorso di pubbliche offerte;
3) quando trattasi di acquisto di macchine, strumenti o oggetti di precisione che una sola ditta può fornire con i requisiti tecnici e il grado di perfezione richiesti;
4) quando si debbano prendere in affitto locali destinati a servizi governativi;
5) quando l’urgenza dei lavori, acquisti, trasporti e forniture sia tale da non consentire l’indugio degli incanti o della licitazione;
6) e in genere in ogni altro caso in cui ricorrano speciali ed eccezionali circostanze per le quali non possano essere utilmente seguite le forme degli
articoli 37 e 40 del presente regolamento.
2. Nei casi previsti nel presente articolo la ragione per la quale si ricorre alla trattativa privata deve essere indicata nel decreto di approvazione del contratto e dimostrata al Consiglio di Stato quando occorra il suo preventivo avviso.
 

sabato 7 luglio 2012

Perchè la vostra gioia sia piena

"Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perchè la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena".
(Giovanni 15)

Ne sitis viles vobis (S. Agostino)

Non siate vili a voi stessi, non avvilitevi, non consideratevi poca cosa, perché siete stati pensati da Dio e tutto è stato fatto in vista di ciascuno di voi. E se capitasse di avvilirsi, dice piano, "datevi dello stupido".

Card. Ersilio Tonini, Il gusto della vita, a cura di Paolo Gambi, Piemmeincontri 2012

L'interpolante statistica di Mister Forbici

Bondi parla poco ("non ho niente da dire" sono le cinque parole che ripete di solito come un mantra ai giornalisti). 

Ma quando parla - per chi riesce a capirlo - il suo ragionamento non fa una piega. 
Vediamo la spending review. Gli habitué delle conferenze stampa tradizionali ("la Sanità dovrà tagliare 3 miliardi, la Giustizia 2, i trasferimenti ai Comuni saranno ridotti di 1,5 miliardi") si sono resi conto ieri, dopo i primi trenta secondi di Bondi-pensiero, di aver davanti un extraterrestre "tecnico" distaccato provvisoriamente a Palazzo Chigi.

"Il nostro metodo? Istat ha elaborato con un'analisi di regressione su nove variabili combinate un indicatore di normalità, cioè (per chi non l'avesse capito ndr) l'interpolante statistica".
Risultato: "Abbiamo individuato la mediana di spesa". Il nuovo bau-bau che già fa tremare i polsi agli enti locali di tutta Italia.

"Abbiamo fatto i conti", ha tradotto magnanimo per i comuni mortali il manager aretino: il risultato è che ci sono Comuni, Provincie e Regioni che spendono "dal 25 al 60% della media su 54 categorie merceologiche" delle loro forniture. E nessuno di questi enti locali, con Mister Forbici e le sue mediane all'orizzonte, dorme da oggi sonni tranquilli.

fonte: La Repubblica, Ettore Livini: La promessa di Bondi: "Vi insegnerò a risparmiare", 7 luglio 2012

La peggior forma di governo

  " La democrazia è la peggior forma di governo, fatta eccezione per tutte le altre fino ad ora sperimentate " Winston Churchill a...