Il “cattolico
liberale” è una razza rara. Ancora di più oggi che uno dei suoi più
grandi interpreti, Francesco Cossiga, se ne è andato.
I cattolici
liberali nacquero in Italia sotto la fine del regno pontificio.
Pensavano, pochi e soli, fosse positivo per la chiesa perdere il potere
temporale perché essa sarebbe stata più libera di andare al nocciolo
della sua vocazione spirituale. Pensavano di dovere obbedienza al Papa,
ai precetti della chiesa insieme (in questo senso non erano per nulla
“liberal”), ma ritenevano anche fosse lecito, anzi doveroso, far
lavorare la propria coscienza e mai piegare la testa aprioristicamente
davanti a vescovi e cardinali. Il loro principali autori di riferimento
erano senz’altro Antonio Rosmini, Alessandro Manzoni e John Henry
Newman.
“Cossiga mi ha detto”, l’ultimo libro di Renato Farina
(Marsilio, 18 euro) raccoglie una serie di confidenze fatte da Cossiga a
Farina pochi mesi prima di morire, il 19 agosto 2010 e, assieme a tante
chicche gustosissime, offre un quadro stupendo di cosa significhi
essere cattolico e insieme liberale.
Dice Cossiga: “Io sono un
democristiano del tipo cattolico liberale, che ha provato, e tuttora
prova, a fare sua la lezione di Antonio Rosmini e di Alessandro Manzoni.
Un cattolico infante che obbedisce alla chiesa laddove essa si esprima
sulle questioni di etica pubblica. Incapace – come invece riesce con
naturalezza del popolano romano, al segretario di stato permanente della
Santa Sede, e cioè Andreotti – di essere strumento soffice della
politica vaticana. Non perché io non voglia. Non ne sono capace per
temperamento, per formazione, perché Newman mi dice di seguire la
coscienza, e la coscienza vuol dire obbedire alla chiesa e al papa: non
alla linea politica affatto mondana e dunque opinabile della curia o
della conferenza episcopale italiana, la quale non ha statuto teologico
sulla base del quale invocare obbedienza. Per questo mi permetto di
discutere e, ahimè, talvolta di insolentire segretari di stato e
presidenti di conferenza episcopale. Altra cosa è il Papa e il mio
vescovo, che poi essendo romano è ancora il Papa”.
Pubblicato su palazzoapostolico.it lunedì 5 settembre 2011
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