Uno dei motivi, forse il principale, per cui il governo guidato da
Mario Monti non è riuscito a tagliare la spesa pubblica è stata la
scelta di mantenere al loro posto, quasi senza eccezioni, tutti i grandi
burocrati che guidano i ministeri.
Il nuovo governo ha tempo fino al 31 maggio per decidere se confermare gli alti dirigenti dei ministeri: capi di gabinetto e degli uffici legislativi, capi dipartimento, direttori generali. Chi non verrà esplicitamente confermato, automaticamente decadrà. È una delle scelte più importanti delle prossime settimane.
Accadde qualcosa di analogo con il primo esecutivo Berlusconi. I nuovi ministri della Lega che scesero a Roma nel 1994 - Giancarlo Pagliarini, Vito Gnutti, Roberto Radice - erano uomini concreti, abituati a gestire imprese, inesperti di burocrazia romana. Al suo primo giorno di lavoro il neoministro del Bilancio, Pagliarini, dopo aver letto un documento della Ragioneria generale dello Stato, a suo avviso incomprensibile, disse: «Bisogna rifare il bilancio dello Stato da zero. Se continuano a scriverlo così, solo la Ragioneria generale lo capisce e solo loro decideranno».
Il nuovo governo ha tempo fino al 31 maggio per decidere se confermare gli alti dirigenti dei ministeri: capi di gabinetto e degli uffici legislativi, capi dipartimento, direttori generali. Chi non verrà esplicitamente confermato, automaticamente decadrà. È una delle scelte più importanti delle prossime settimane.
Accadde qualcosa di analogo con il primo esecutivo Berlusconi. I nuovi ministri della Lega che scesero a Roma nel 1994 - Giancarlo Pagliarini, Vito Gnutti, Roberto Radice - erano uomini concreti, abituati a gestire imprese, inesperti di burocrazia romana. Al suo primo giorno di lavoro il neoministro del Bilancio, Pagliarini, dopo aver letto un documento della Ragioneria generale dello Stato, a suo avviso incomprensibile, disse: «Bisogna rifare il bilancio dello Stato da zero. Se continuano a scriverlo così, solo la Ragioneria generale lo capisce e solo loro decideranno».
Il monopolio delle informazioni è il vero motivo della potenza
della burocrazia. Gestire un ministero è una questione complessa:
richiede dimestichezza con il bilancio dello Stato e il diritto
amministrativo e soprattutto buoni rapporti con i burocrati che guidano
gli altri ministeri e la presidenza del Consiglio. Gli alti dirigenti
hanno il monopolio di questa informazione e di questi rapporti, e tutto
l'interesse a mantenerlo. Hanno anche l'interesse a rendere il
funzionamento dei loro uffici il più opaco e complicato possibile, in
modo da essere i soli a poterli far funzionare. E così quando arriva un
nuovo ministro, animato dalle migliori intenzioni, a ogni sua proposta
la burocrazia oppone ostacoli che appaiono incomprensibili, ma che i
dirigenti affermano essere insormontabili. Giancarlo Pagliarini perse la
sua battaglia con la Ragioneria e in quel 1994 nulla cambiò.
Mario Canzio, l'attuale Ragioniere generale dello Stato, entrò in
Ragioneria nel 1972, 41 anni fa, come funzionario dell'Ispettorato
generale del Bilancio, l'ufficio che ha il controllo della spesa
pubblica. Da quel giorno la spesa pubblica al netto degli interessi è
cresciuta (ai prezzi di oggi) di circa 200 miliardi, dal 32 al 45 per
cento del Pil. Da quando, otto anni fa, fu nominato Ragioniere generale,
è cresciuta di oltre 30 miliardi.
I sindaci durano in carica cinque anni, con la possibilità se rieletti di un solo secondo mandato, il Governatore della Banca d'Italia sei, il presidente della Bce otto. Il Ragioniere generale a vita. Andrea Monorchio rimase tredici anni, con dieci diversi governi.
I sindaci durano in carica cinque anni, con la possibilità se rieletti di un solo secondo mandato, il Governatore della Banca d'Italia sei, il presidente della Bce otto. Il Ragioniere generale a vita. Andrea Monorchio rimase tredici anni, con dieci diversi governi.
Sono tutti ottimi funzionari dello Stato, ma se non sono riusciti
ad arginare la spesa pubblica per quarant'anni saranno davvero le
persone più adatte per gestire una spending review ? Non è venuto il
momento di affrontare il ricambio della burocrazia? E di farlo per
davvero, ponendo un termine alla perenne rotazione da un ministero
all'altro, da un ministero a un'autorità indipendente e da questa ancora
a un ministero? Non c'è ricambio se si abbassa l'età media dei ministri
mentre la struttura sotto di loro resta immutabile.
Cambiare i vecchi burocrati è certamente costoso perché un nuovo dirigente ci metterà un po' a prendere in mano le redini del ministero. Ma è un costo che val la pena pagare. L'alternativa è continuare a non fare nulla.
Cambiare i vecchi burocrati è certamente costoso perché un nuovo dirigente ci metterà un po' a prendere in mano le redini del ministero. Ma è un costo che val la pena pagare. L'alternativa è continuare a non fare nulla.
Francesco Giavazzi, Corriere della Sera, 9 maggio 2013
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