Compravendita di senatori, Silvio Berlusconi condannato. La prima sezione penale del tribunale di Napoli ha inflitto all'ex premier la pena tre di anni per il reato di corruzione.
Con la stessa accusa è stato condannato l'ex direttore del editore dell'Avanti Valter Lavitola. Il verdetto è stato emesso dal collegio presieduto dal giudice Serena Corleto. Accolta dunque la tesi della Procura, rappresentata dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli con i pm Henry John Woodcock, Fabrizio Vanorio e Alessandro Milita.
Al Senato la maggioranza era davvero 'risicata'. E quando quella maggioranza implose, provocando la caduta del (secondo) governo guidato da Romano Prodi, era da poco stata approvata la Finanziaria, dopo un mese di dicembre pesante e carico di tensioni. Apparentemente - dirà poi lo stesso Prodi - sembrava una "fase tranquilla", di maggiore coesione. Ma è il gennaio del 2008, e la sfiducia all'esecutivo di centrosinistra è dietro l'angolo. Alla vigilia della debacle, il Financial Times titolerà impietoso Prodi sul filo del rasoio. La batosta - 161 contrari, 156 sì e un astenuto - decreterà la sconfitta del governo a Palazzo Madama il 24 gennaio. Neanche due anni prima l'insediamento era stato salutato al Senato con 'ruoli' ribaltati: 165 sì e 155 no.
Certo, c'erano "chiacchiere quotidiane", durante la brevissima legislatura 2006-2008, "sulle manovre per far passare parlamentari" dal centrosinistra al centrodestra. "Ma non sono mai stato informato su fatti specifici, altrimenti sarei ancora presidente del Consiglio", spiegava un anno fa l'ex premier bolognese, sentito come teste al processo che oggi vede Silvio Berlusconi condannato per corruzione assieme a Valter Lavitola per il denaro versato all'ex senatore Sergio De Gregorio: a lui, secondo i giudici di Napoli, Berlusconi ha versato 3 milioni di euro per convincerlo a passare dall'Idv - il partito di Antonio Di Pietro all'epoca faceva parte dell'Unione di Prodi - a Forza Italia e dunque dal centrosinistra al centrodestra per far cadere il governo Prodi. Era il 2007 e lo scandalo politico fu servito: De Gregorio fu eletto in commissione Giustizia a Palazzo Madama con i voti del centrodestra e optò per il no alla fiducia che blindava la legge Finanziaria. Un progetto politico battezzato Operazione libertà. Poi la confessione: "Ho accettato un patto scellerato che non rifarei più". Una confessione che ha permesso a De Gregorio di evitare il carcere e di patteggiare la pena ad un anno e otto mesi di reclusione.
fonte: Repubblica
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