Non ho ricordato Giovanni Sartori in occasione della sua scomparsa il 4 aprile di quest’anno ma avevo coltivato con lui una lunga amicizia fatta di umane intese e di idee condivise con assoluta laicità, o, meglio di scetticismo sul destino dell’uomo. Ritrovo ora una sua intervista di Luigi Mascheroni che, dopo gli ultimi episodi di Barcellona, è di sorprendente attualità: «Quando si arriva all’uomo ‘bomba’, significa che lo scontro è arrivato alla fine». Continua Sartori: «Illudersi che si possa integrare pacificamente un’ampia comunità musulmana fedele a un monoteismo teocratico che non accetta di distinguere il potere politico da quello religioso con la società occidentale democratica, è l’equivoco da cui si è scatenata la guerra».
«Perché l’Islam che negli ultimi venti-trent’anni si è risvegliato in forma acuta è un Islam incapace di evolversi. È un monoteismo teocratico fermo al nostro Medioevo». Non si può immaginare un dialogo come evocano il Papa, la Boldrini, e tanti intellettuali. Sartori è lucidissimo e potenzia il pensiero della Fallaci: «Le società libere, come l’Occidente, sono fondate sulla democrazia, cioè sulla sovranità popolare. L’Islam invece si fonda sulla sovranità di Allah. E se i musulmani pretendono di applicare tale principio nei Paesi occidentali il conflitto è inevitabile».
L’integrazione è una illusione: «Se l’immigrato arriva da noi e continua ad accettare tale principio e a rifiutare i nostri valori etico-politici significa che non potrà mai integrarsi. Infatti in Inghilterra e Francia ci ritroviamo una terza generazione di giovani islamici più fanatici e incattiviti che mai».
Ed è inutile e ridicolo evocare il muliculturalismo: «Il multiculturalismo non esiste. I musulmani nel privato possono e devono continuare a professare la propria religione, ma politicamente devono accettare la nostra regola della sovranità popolare, altrimenti devono andarsene».
Cosa serve? «Regole. L’immigrazione verso l’Europa ha numeri insostenibili. Chi entra, chiunque sia, deve avere un visto, documenti regolari, un’identità certa. I clandestini, come persone che vivono in un Paese illegalmente, devono essere espulsi. E chi rimane non può avere diritto di voto. Ho vissuto trent’anni negli Usa. Avevo tutti i diritti, non quello di voto’’.
E su migranti e barconi Sartori anticipa Minniti: «Nello stadio di guerra non si rispettano le acque territoriali. Si mandano gli aerei verso le coste libiche e si affondano i barconi prima che partano. Ovviamente senza la gente sopra. È l’unico deterrente all’assalto all’Europa. Due-tre affondamenti e rinunceranno. Così se vogliono entrare in Europa saranno costretti a cercare altre vie ordinarie, più controllabili».
fonte: Il Resto del Carlino, Vittorio Sgarbi
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