venerdì 25 febbraio 2011

pensieri francescani sull'Eucarestia

 
Badate alla vostra dignità, fratelli sacerdoti, e siate santi perché egli è santo (cf. Lv. 19,2). E come il Signore Iddio vi ha onorato sopra tutti gli uomini, con l’affidarvi questo ministero, così voi amatelo, riveritelo e onoratelo più di ogni altro uomo.



Grande miseria sarebbe, e miseranda meschinità se, avendo lui così presente, vi curaste di qualunque altra cosa che esista in tutto il mondo.



Tutta l’umanità trepidi, l’universo intero tremi e il cielo esulti, quando sull’altare, nella mano del sacerdote, si rende presente Cristo, il Figlio del Dio vivo (Gv. 11,27). O ammirabile altezza e degnazione stupenda!
O umiltà sublime! O sublimità umile, che il Signore dell’universo, Dio e Figlio di Dio, cosi si umili da nascondersi, per la nostra salvezza, sotto poca apparenza di pane!

Fonti Francescane, Lettera a tutto l’Ordine, Cap. 2



Pertanto scongiuro tutti voi, fratelli, baciandovi i piedi e con tutto l’amore di cui sono capace, che prestiate, per quanto potete, tutta la riverenza e tutto l’onore al Santissimo Corpo e Sangue del Signore Nostro Gesù Cristo, nel quale tutte le cose che sono, in Cielo e in terra, sono state pacificate e riconciliate a Dio Onnipotente”.

Fonti Francescane, Lettera a tutto l’Ordine, Cap. 1



Chi non mangia la Sua carne e non beve il Suo sangue, non può entrare nel regno di Dio. Lo deve però mangiare e bere degnamente, poiché chi lo riceve indegnamente , mangia e beve la sua condanna, non discernendo il Corpo del Signore, cioè non distinguendolo dagli altri cibi”.

Fonti Francescane, Lettera ai fedeli,
Seconda recensione, Cap. 4°, Par. 189




In ogni predica che fate, ricordate al popolo di fare penitenza e che nessuno può essere salvato se non colui che riceve il Santissimo Corpo e Sangue del Signore, e che quando è sacrificato dal Sacerdote sull’Altare, o viene portato in qualche parte, tutti, in ginocchio, rendano lode, gloria e onore al Signore Iddio vivo e vero”.

Fonti Francescane, Prima Lettera ai custodi, Paragrafo 243

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