Il 13 giugno 2013 ricorre il centesimo anniversario
dell’insediamento del Monastero delle Clarisse della SS. Annunziata nel
convento di via S. Marco.
La storia di questa comunità religiosa affonda le sue
radici addirittura nel 1664, allorquando il Vescovo di Jesi, Cardinale Alderano
Cybo, accolse la proposta del Municipio di istituire, presso la Chiesa di S.
Giovanni Battista, un convento “per le
giovanette di famiglie nobili decadute”.
Due
ricorrenze a distanza ravvicinata - quella di quest’anno e l’altra del 2014 in occasione dei 350 anni dalla fondazione - che permettono di ripercorrere una storia umile, ma costellata da avvenimenti
straordinari.
Durante lo
stato pontificio, l’occupazione napoleonica, il risorgimento e l’unità d’Italia, la vita del Monastero, pur lontana dal
clamore mondano, si è intrecciata con i fatti
salienti della storia jesina.
Dalle
cronache e dai documenti d’archivio custoditi all’interno della clausura,
spuntano i protagonisti celebri della ribalta nazionale e locale (da Papa Pio
IX a Re Umberto I, dal Commissario Lorenzo Valerio al Marchese Raffaele Mereghi)
le cui azioni hanno inciso, talvolta con
esiti drammatici, sull’esistenza della comunità
religiosa.
Emergono,
con forza, anche le figure di Madri Badesse (a titolo di esempio Luigia Segatori,
Cecilia Schiaroli, Chiara Maria Damiani) vissute nel nascondimento, ma pronte a
difendere, con indomito coraggio, la loro comunità monastica nel clima ostile
delle soppressioni ottocentesche e nelle fasi difficili delle ricostruzioni.
Per ricordare
questi avvenimenti, la comunità delle Clarisse ha affidato a Mauro Torelli la stesura
del libro “Per sempre di fronte agli occhi” al quale si accompagna il testo
fotografico “Nel cielo aperto del chiostro”, realizzato da Valerio Lancioni. Il
progetto grafico di entrambe le opere è stato curato dalla Risedesign di Gianluca
Garbuglia.
La memoria
della storia del Monastero non vuole essere un esercizio celebrativo destinato
agli scaffali di una biblioteca, quanto piuttosto l’occasione per ricordare la
lunga strada percorsa e, soprattutto, uno stimolo per riflettere sul cammino
futuro, nella fedeltà al carisma di S. Chiara.
Come ha
scritto, nella prefazione, Padre Giancarlo Corsini, la vita del Monastero ha
conosciuto “giorni di fervore e momenti
di debolezza e fatica, ma nonostante le contraddizioni, che ineriscono alla
vita dell’uomo di ogni tempo, l’opera educativa delle clarisse, soprattutto
attraverso l’educandato, ha contribuito notevolmente alla crescita umana,
cristiana e culturale della gente di Jesi”.
"Tieni sempre davanti agli occhi il punto di partenza.
I risultati raggiunti, conservali.
Ciò che fai, fallo bene.
Non arrestarti; ma anzi, con corsa veloce e passo
leggero, con piede sicuro avanza confidente e lieta nella via della beatitudine che ti sei
assicurata”.
L’esortazione di Chiara
d’Assisi - rivolta ad Agnese di Boemia ma, indirettamente, anche a tutte le
Sorelle Povere di ogni tempo e luogo – ha costituito il filo conduttore della
festa dedicata, giovedì 13 giugno, alla ricorrenza
del centesimo anniversario dell’insediamento del Monastero della SS. Annunziata
sul colle di San Marco.
L’incontro si è svolto nella
cappella del Monastero, incapace di contenere le tantissime persone accorse per
salutare la comunità delle Clarisse in occasione del compleanno.
Numerose le autorità civili
(il Sindaco di Jesi Massimo Bacci, il Presidente del Consiglio Comunale Daniele
Massaccesi, l’Assessore alla Cultura Luca Butini) che hanno voluto attestare la
riconoscenza della cittadinanza per una realtà religiosa distintasi anche in
campo sociale nelle opere caritative verso i poveri e in campo pedagogico nell’attività
educativa per le giovani generazioni.
Nel corso della
celebrazione eucaristica Il Vescovo Gerardo Rocconi ha rinnovato l’esortazione
di Chiara, ringraziando le Clarisse per la loro quotidiana testimonianza di fedeltà
nell’osservanza del Vangelo vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in
castità.
La Madre Badessa Suor Anna
Maria Genco, in sintonia con l’invito clariano, ha confermato l’impegno della
comunità delle Sorelle Povere a guardare alle proprie origini e a perseguire il
carisma nella sua forma autentica: “Noi non smetteremo mai di cercare e alla
fine della nostra ricerca arriveremo là dove siamo partiti e conosceremo quel
luogo per la prima volta”.
Mauro Torelli, autore del
libro “Per sempre di fronte agli occhi” (parafrasi dell’esortazione di
Chiara), ha ripercorso la storia plurisecolare della presenza delle Sorelle
Povere a Jesi, iniziata nella prima metà del XIII secolo nel protomonastero di
San Procolo (situato nelle vicinanze dell’Abbazia di Santa Maria del Piano) e
proseguita nel Cinquecento a via Valle con la fondazione del convento di Santa
Chiara, destinato a trasferirsi nel Seicento nell’imponente edificio, oggi
conosciuto con il nome di Appannaggio.
In particolare, Torelli ha
ricordato le origini del secondo monastero di clarisse, quello della SS.
Annunziata, istituito dal Vescovo Alderano Cybo “per le giovanette di famiglie
nobili decadute”.
Il 4 ottobre 1664, 17 giovani ed una vedova fecero ingresso
nella clausura situata nell’edificio adiacente la Chiesa di San Giovanni
Battista, conosciuto ai nostri tempi come sede dell’Istituto Cuppari e, negli
ultimi anni, dell’Università di Jesi.
Nell’Ottocento, le dolorose vicende delle due soppressioni
(prima napoleonica e poi neo-unitaria), determinarono ripetuti trasferimenti
del Monastero della SS. Annunziata in diversi luoghi della città, fino ad
arrivare, nel 1913, alla sistemazione attuale sulla bella collinetta di San Marco, secondo la definizione
dell’allora Badessa Suor Chiara Maria Damiani.
Per provvidenziale destino, a conclusione di un
periodo travagliato, le Clarisse edificarono la loro nuova casa in un luogo
dallo straordinario valore simbolico: proprio su quella collinetta, secondo
un’antica tradizione, il Poverello di Assisi aveva lasciato l’orma dei suoi
piedi nel 1215, allorquando aveva ricevuto in dono dai benedettini il romitorio
destinato a diventare la monumentale San Marco, chiesa-madre dei francescani
della Vallesina.
Al termine dell’incontro è stato presentato anche il
libro fotografico (“Nel cielo aperto del
chiostro”) realizzato ad opera del Maestro Valerio Lancioni con il
raffinato contributo grafico di Gianluca Garbuglia, curatore anche del volume
storico.
Il percorso celebrativo, intervallato da vari appuntamenti,
avrà il suo culmine nella festa di San Francesco del 4 ottobre 2014, in
concomitanza con il 350° anniversario della fondazione del Monastero.
Voce della Vallesina, 9 giugno 2013 |
L'articolo del Prof. Vittorio Massaccesi per Voce della Vallesina (23 giugno 2013) |
Jesi e la sua Valle, 29 giugno 2013 |
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