giovedì 26 novembre 2015

Il suicidio del broker


Si è impiccato nella sua villa a Lurago d'Erba nel Comasco, Leonida Rossi, il broker indagato dalle procure di Milano e di Lugano nell'indagine con al centro un ammanco di quasi 50 milioni dalle casse dell'Ordine dei Frati Minori. Rossi, 78 anni, cittadinanza italiana, residenza estera in Kenya, svizzero per "sedicente" attività di fiduciario, è stato trovato giovedì mattina dai militari nel Nucleo Valutario della Finanza nella sua villa. Villa a cui ieri sono stati messi i sigilli in vista di una perquisizione.

Mercoledì le fiamme gialle hanno passato al setaccio l'ufficio e la residenza svizzere del broker e quello della società milanese Anycom, a lui riconducibile, a caccia di documenti cartacei e informatici per fare chiarezza su come siano spariti tutti quei soldi, 49 milioni e 500 mila euro, così come denunciato dalla Provincia Lombardia, dalla Casa Generalizia con sede a Roma e dalla Conferenza dei ministri di Italia e Albania, tre enti della stessa confraternita. Inoltre a Rossi, accusato di truffa dalla magistratura elvetica di truffa, e in Italia di abusiva attività finanziaria e reimpiego di proventi illeciti, sono stati sequestrati anche beni mobili e immobili per quasi 5 milioni di euro.

Oltre al broker, poi, sono stati perquisiti anche tre ex economi dell'ordine: si tratta di Giancarlo Lati, Renato Beretta e Clemente Moriggi, i quali, accusati di appropriazione indebita, non avrebbero, però, tratto beneficio personale dalla vicenda, ma avrebbero impiegato i fondi della cassa dell'Ordine secondo modalità non autorizzate.

Secondo la ricostruzione dei pm milanesi Sergio Spadaro, Adriano Scudieri e Alessia Miele, Rossi, dopo essersi guadagnato la fiducia di chi amministrava il patrimonio finanziario dell'Ordine, avrebbe ricevuto, tra il 2007 e il 2014, notevoli somme di denaro. Un mare di soldi che nel corso del tempo sarebbero stati depositati sui suoi conti bancari in Svizzera per essere investiti, "al di fuori - si legge nel decreto di perquisizione - degli scopi e delle finalità religiose proprie dell'Ente", a tassi di interesse - aveva assicurato - non inferiori al 12 per cento. Inizialmente, il "sedicente" fiduciario avrebbe corrisposto alcune somme pari agli interessi, ma in seguito - secondo la denuncia dei francescani - non avrebbe restituito né capitale, né interessi, determinando in tal modo il maxi ammanco nelle casse dei tre enti dei frati minori. In più avrebbe usato i soldi dei francescani "in attività edilizie speculative finalizzate alla costruzione di complessi alberghieri in Africa".

Dunque, per la Procura, assieme ai tre ex economi, si sarebbe reso responsabile "di gravissime irregolarità nella gestione finanziaria" dei tre enti che hanno sporto denuncia e, si ipotizza, "di altri Organismi religiosi francescani, dell'Opera Don Bosco Salesiani" e di persone ancora da individuare. Ora i pm analizzeranno la documentazione raccolta dalla guardia di finanza per ricostruire i movimenti finanziari, come e dove sono avvenuti gli investimenti, ed eventualmente recuperare i milioni sottratti all'Ordine.

In una nota congiunta l'Ordine, pur esprimendo "cordoglio per l'umana perdita" di Rossi, sostiene che la morte del broker impone di fare piena chiarezza con le indagini.

fonte: Repubblica

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