martedì 10 settembre 2013

Sui conventi vuoti

Il papa ha fatto visita al centro Astalli, nel cuore di Roma, per i rifugiati dove si e' intrattenuto per circa un'ora e mezza. Bergoglio è giunto senza scorta con la sua consueta Focus blu, a bordo della quale c'era il capo della Gendarmeria vaticana, Domenico Giani. 
Francesco è stato accolto dal cardinale vicario, Agostino Vallini e dal direttore del centro padre Giovanni La Manna. All'ingresso della mensa si è intrattenuto con alcuni rifugiati, in gran parte africani ed ha poi fatto un gesto di saluto verso la folla dei fedeli che lo hanno applaudito ed acclamato a gran voce. Entrando nel Centro Astalli, la struttura romana dei Gesuiti per l'accoglienza dei rifugiati, il primo gesto di Papa Francesco è stato di avvicinarsi a una donna incinta dando la benedizione a lei e al bimbo che portava in grembo. Il Papa è subito stato circondato dalla folla dei rifugiati con cui si è intrattenuto salutandoli e dando loro la benedizione.

'Conventi chiusi accolgano i rifugiati'- "Grazie perché difendete la vostra dignità ma anche la nostra dignità umana". Questo uno dei passi del discorso, durato circa venti minuti, pronunciato da Papa Francesco ai rifugiati durante la visita al centro Astalli di Roma. Non basta dare un panino, ma bisogna accompagnare queste persone. A cosa servono alla Chiesa i conventi chiusi? I conventi dovrebbero servire alla carne di Cristo e i rifugiati sono la carne di Cristo". Lo ha detto Papa Francesco, durante il suo discorso nel centro Astalli, ipotizzando l'utilizzo dei conventi chiusi per l'accoglienza dei rifugiati. Agli operatori del centro Astalli, il Papa ha detto che bisogna "tenere sempre viva la speranza! Aiutare a recuperare la fiducia! Mostrare che con l'accoglienza e la fraternità si può aprire una finestra sul futuro, più che una finestra, una porta, e più si può avere ancora un futuro". "Ed è bello - ha aggiunto Bergoglio - che a lavorare per i rifugiati, insieme con i Gesuiti, siano uomini e donne cristiani e anche non credenti o di altre religioni, uniti nel nome del bene comune, che per noi cristiani è espressione dell'amore del Padre in Cristo Gesù. Sant'Ignazio di Loyola volle che ci fosse uno spazio per accogliere i più poveri nei locali dove aveva la sua residenza a Roma, e il Padre Arrupe, nel 1981, fondò il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, e volle che la sede romana fosse in quei locali, nel cuore della città". I "conventi vuoti non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare i soldi". Lo ha detto il Papa agli ospiti del centro Astalli, ribadendo che i "conventi vuoti non sono nostri, sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati. Il Signore chiama a vivere con generosità e coraggio la accoglienza nei conventi vuoti" e che possono servire per accogliere i rifugiati.

Non dobbiamo avere paura delle differenze - "Molti di voi siete musulmani, di altre religioni; venite da vari Paesi, da situazioni diverse. Non dobbiamo avere paura delle differenze. La fraternità ci fa scoprire che sono una ricchezza, un dono per tutti. Viviamo la fraternità". Lo ha detto il Papa al centro Astalli. Solidarietà è una "parola che fa paura per il mondo più sviluppato. Cercano di non dirla. E' quasi una parolaccia per loro".  Ma solidarietà, ha aggiunto, "è la nostra parola! Servire significa riconoscere e accogliere le domande di giustizia, di speranza, e cercare insieme delle strade, dei percorsi concreti di liberazione". I poveri e la promozione della giustizia non devono essere affidate soltanto a degli "specialisti", ma devono essere "un'attenzione" di tutta la Chiesa. Lo ha detto il Papa nel corso della sua visita a centro Astalli per i rifugiati. "Per tutta la Chiesa è importante che l'accoglienza del povero e la promozione della giustizia non vengano affidate solo a degli 'specialisti', ma siano un'attenzione di tutta la pastorale, della formazione dei futuri sacerdoti e religiosi, dell'impegno normale di tutte le parrocchie, i movimenti e le aggregazioni ecclesiali. In particolare, e questo è importante e lo dico dal cuore, in particolare vorrei invitare anche gli Istituti religiosi a leggere seriamente e con responsabilità questo segno dei tempi", ha concluso il Papa.

fonte: Ansa, 10 settembre 2013 

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