sabato 17 maggio 2014

La sera al circolo Tommaso Moro

L’8 maggio la guardia di finanza di Milano ha arrestato sette persone in un’inchiesta sugli appalti dell’Expo 2015. Tra questi il direttore pianificazione e acquisti dell’Expo, Angelo Paris. Insieme a Paris sono stati arrestati anche l’ex senatore di Forza Italia Luigi Grillo – in quanto intermediario di presunte irregolarità negli appalti di Infrastrutture lombarde, la controllata della regione Lombardia dedicata alla realizzazione di opere pubbliche – Gianstefano Frigerio, ex segretario amministrativo della Democrazia cristiana milanese, e Primo Greganti, ex funzionario del Partito comunista italiano e del Pds già coinvolto nell’inchiesta Mani pulite.
L’amministratore delegato di Expo 2015, Giuseppe Sala, non è coinvolto in alcun modo nell’inchiesta, ha detto la procura. Expo può andare avanti regolarmente, perché nessun altro funzionario dell’associazione è coinvolto e nessuna area che verrà usata per l’esposizione è stata sequestrata.
È stata emessa anche una nuova ordinanza di custodia cautelare per Antonio Rognoni, direttore generale di Infrastrutture lombarde già arrestato il 20 marzo dalla guardia di finanza con l’accusa di truffa e turbativa d’asta. Disposto il fermo anche per il mediatore Sergio Cattozzo e l’imprenditore Enrico Maltauro. La procura aveva chiesto altri 12 arresti nel mondo della sanità lombarda, che però sono stati respinti dal gip.
Come agiva l’associazione. Secondo gli inquirenti, che hanno tenuto una conferenza stampa l’8 maggio, in Lombardia esisteva una “cupola” in grado di condizionare gli appalti dell’Expo, della sanità e di altre opere pubbliche. La struttura si reggeva soprattutto su Frigerio, Greganti e Grillo.
La sede dell’associazione a delinquere era il circolo culturale Tommaso Moro, scrive il Corriere della Sera. Nel circolo, il cui presidente era Gianstefano Frigerio, si svolgevano delle riunioni con aziende ospedaliere, imprenditori, politici. L’alleanza tra Greganti e Frigerio permetteva di coinvolgere e proteggere aziende e cooperative legate a tutti i partiti politici.
La “cupola” prometteva avanzamenti di carriera a manager e pubblici ufficiali, assicurando protezioni politiche. Dopo aver creato rapporti di favore con questi funzionari, l’associazione poteva sapere in anticipo informazioni sull’assegnazione degli appalti e avvantaggiarsi nelle gare per l’assegnazione dei bandi. Con queste informazioni in mano, l’organizzazione cercava di far assegnare gli appalti a imprenditori “amici”. Queste attività si sono svolte fino a due mesi fa, secondo la procura di Milano.
L’Expo e la sanità. Angelo Paris era uno dei funzionari che permetteva di condizionare gli appalti. Secondo gli investigatori, Paris era “totalmente sottomesso ai voleri dell’associazione”. Grazie alle sue informazioni, la cupola conosceva in anticipo i progetti dei padiglioni dei diversi paesi sull’Expo 2015, oppure i problemi amministrativi legati alla Vie d’Acqua, il progetto per riaprire i navigli milanesi legato all’esposizione universale.
L’organizzazione a delinquere agiva nello stesso modo anche per gli appalti della sanità. Per esempio su quelli sulla Città della salute, il nuovo polo sanitario da costruire al posto dell’ex area Falck di Sesto San Giovanni.
Gli inquirenti sono arrivati all’inchiesta sull’Expo partendo da un’indagine sulla ‘ndrangheta in Lombardia, chiamata “Infinito”. Nelle carte ci sono anche i nomi di diversi politici, tra i quali Silvio Berlusconi, Gianni Letta e Cesare Previti, che però non risultano indagati.

fonte: Internazionale

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