Quando il Figlio di Dio entrò
nella storia, Maria Maddalena fu fra coloro che maggiormente lo
amarono, dimostrandolo. Quando giunse il tempo del Calvario, Maria
Maddalena era insieme a Maria Santissima e a san Giovanni, sotto la
Croce (Gv. 19,25). Non fuggì per paura come fecero i discepoli,
non lo rinnegò per paura come fece il primo Papa, ma rimase presente
ogni ora, dal momento della sua conversione, fino al Santo Sepolcro. La
Chiesa celebra la sua festa il 22 luglio.
Non parole d’amore, ma atti d’amore ci consegnano i Vangeli
sulla figura della Maddalena, colei che aveva lavato (con le lacrime del
pentimento), asciugato, baciato i piedi di Cristo. A quella vista il fariseo, scandalizzato, che aveva invitato Gesù a casa sua, pensò fra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice». Gesù lesse quell’indebito giudizio e gli disse: «Vedi
questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m’hai dato l’acqua
per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha
asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da
quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai
cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i
piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati,
poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco» (Lc. 7, 39-47).
Non a caso per il Messale romano, nel giorno dedicato a Maria Maddalena, è stata scelta una lettura del Cantico dei Cantici: «Mi
alzerò e perlustrerò la città, i vicoli, le piazze, ricercherò colui
che amo con tutta l’anima. L’ho cercato, ma non l’ho trovato. Mi
incontrarono i vigili di ronda in città: “Avete visto colui che amo con
tutta l’anima?”» (Ct. 3,2), un amore perseverante che il Signore premiò, rendendola degna di essere «apostola degli apostoli»: fu la prima ad annunciare la sua resurrezione.
San Gregorio Magno ha parole straordinarie (Om. 25,1-2. 4-5; PL 76,1189-1193) per colei che fece di Cristo l’unica ragione di vita. «Ella si recò la Domenica di Pasqua al Sepolcro, con gli unguenti, per onorare il Signore. Ma non lo trovò: “Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva” (Gv.
20,10-11). In questo fatto dobbiamo considerare quanta forza d’amore
aveva invaso l’anima di questa donna, che non si staccava dal sepolcro
del Signore, anche dopo che i discepoli se ne erano allontanati. (…)
Accadde perciò che poté vederlo essa sola che era rimasta per cercarlo;
perché la forza dell’opera buona sta nella perseveranza, come afferma la
voce stessa della Verità: “Chi persevererà sino alla fine, sarà salvato” (Mt.
10, 22). Cercò dunque una prima volta, ma non trovò, perseverò nel
cercare, e le fu dato di trovare. (…) I santi desideri crescono col
protrarsi. Se invece nell’attesa si affievoliscono, è segno che non
erano veri desideri. (…) “Donna perché piangi? Chi cerchi?” (Gv. 20,15).
Le viene chiesta la causa del dolore, perché il desiderio cresca, e
chiamando per nome colui che cerca, s’infiammi di più nell’amore di lui.
“Gesù le disse: Maria!” (Gv. 20,16). Dopo che l`ha
chiamata con l’appellativo generico (…) senza essere riconosciuto, la
chiama per nome come se volesse dire: Riconosci colui dal quale sei
riconosciuta. Io ti conosco non come si conosce una persona qualunque,
ma in modo del tutto speciale».
Maria si risveglia dall’incubo: «Rabbunì!» («Maestro!»). L’umile penitente Maddalena, diventa testimone del trionfo del Crocifisso. Ora vorrebbe stare lì, in adorazione, e invece no: «Non
mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei
fratelli e di’ loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio
vostro» (Gv. 20, 17). Porterà Lei l’annuncio agli Apostoli. (Cristina Siccardi per Corrispondenza Romana)
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