"E' la volta buona. Sulle unioni civili ho preso un impegno con gli italiani. Siamo già in discussione in Parlamento". Tweet di Matteo Renzi, presidente del Consiglio, del 10 marzo. Il 2 luglio scorso il sottosegretario alle Riforme Ivan Scalfarotto annunciava così il suo sciopero della fame: "Da lunedì prendo solo due cappuccini al giorno, alla radicale. Non ce la facevo più a far finta di niente, ad andare avanti con il mio lavoro come al solito". E prometteva: "La scelta del digiuno per protesta" continuerà "finché non avrò una data certa di approvazione sulle unioni civili". Scalfarotto ha interrotto il digiuno poche settimane dopo, ma una data per l'approvazione al Senato del ddl Cirinnà ancora non c'è. In compenso, la capigruppo di Palazzo Madama ha stabilito il termine ultimo per l'approvazione del ddl Boschi sul Senato: il 13 ottobre. Due giorni dopo, il 15 ottobre, si apre la sessione di bilancio durante la quale non è possibile discutere leggi di spesa (come il ddl Cirinnà). Prima il Senato, poi i diritti.
La sottrazione è elementare: ai senatori restano due soli giorni per approvare la legge sulle unioni civili che è ancora in Commissione Giustizia, sotto una montagna di emendamenti. E il testo non è stato ancora calendarizzato. Lo stesso Scalfarotto ha ammesso che ormai per le unioni civili se ne riparlerà nel 2016, salvo improbabili colpi di scena. Nel 2015 restano invece sul terreno una valanga di annunci e roboanti proclami, disattesi nonostante le insistenti richieste da parte delle associazioni Lgbt.
A ottobre dell'anno scorso Lorenzo Guerini si diceva sicuro a Porta a Porta: "Il prossimo anno faremo una legge su ius soli e unioni civili, quest'ultima secondo il modello tedesco. Il partito è tutto unito sul tema e ci sono tutte le condizioni per arrivare a una legge che aderisca alla realtà italiana". Pochi mesi dopo, a febbraio, il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi era ancora più ottimista: "Nelle prossime settimane il governo affronterà il tema delle unioni civili, perchè è già all'esame del Senato in commissione. L'esame dovrebbe essere completato il prossimo mese e poi si passera' in Aula. Sicuramente procederemo su questa strada".
Già il 17 giugno 2014 il renziano Marcucci rassicurava: "Le Unioni Civili si faranno in settembre, partendo dai testi presentati nella commissione Giustizia di Palazzo Madama. Sara' una legge che terrà conto delle sensibilità di tutti, che non riconoscerà il matrimonio". L'obiettivo di un anno fa era colmare un vuoto legislativo "ormai insopportabile". Durante la capigruppo, le opposizioni guidate da Sel avevano proposto la calendarizzazione lunedì prossimo per il Ddl Cirinnà, la maggioranza si è opposta per dare la precedenza alla riforma del Senato. E ha proposto l'8 ottobre, subito dopo l'approvazione del ddl Boschi. La mediazione si è così arenata, e quel vuoto legislativo così insopportabile non sarà colmato ancora per un po'.
Dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti con una decisione storica ha stabilito che il matrimonio è un diritto garantito dalla Costituzione anche alle coppie omosessuali, ci si diceva sicuri che "l'Italia non resterà fanalino di coda, #unionicivili approvate entro estate", twittava sempre Marcucci a giugno scorso. Su twitter era un proliferare dell'hashtag LoveWins. Dopo gli Usa, tocca all'Italia, era il refrain. Lo stesso Renzi, intervistato a maggio da Ballarò (un talk show, sic), disse: "Matrimoni gay? La legge che noi proponiamo è quella tedesca sono abbastanza ottimista che su quella legge finalmente arriveremo ad un punto di accordo in Parlamento già a partire da quest'estate. In questo Parlamento tanto bistrattato alla fine le cose si stanno facendo". Se a maggio il termine era l'estate, a marzo era primavera: "Approvare la legge sulle unioni civili questa primavera, possibilmente prima delle elezioni regionali di maggio", dichiarò Renzi il 16 marzo durante la riunione con i parlamentari Pd al Nazareno sui diritti civili.
"Con Renzi ne abbiamo parlato l'ultima volta che è venuto al Senato, e ci siamo confermati il cronoprogramma: portare il testo sulle unioni civili in Aula a marzo", confermava la relatrice del ddl Monica Cirinnà, a febbraio in un'intervista a La Stampa. Gli annunci si accavallano, il 20 giugno parla sempre Cirinnà: "Il traguardo ormai e' vicino, intorno al 20 luglio potremmo arrivare in Aula".
Si arriva al 18 luglio, Expo, assemblea del Pd: sulle unioni civili "la discussione può essere fatta insieme al gruppo della Camera in modo che alla Camera la lettura sia confermativa e si possa definitivamente approvare entro l'anno la legge sulle unioni civili", dichiara Renzi. L'ennesimo annuncio viene letto come un fattore di novità, tanto che il sottosegretario Scalfarotto decide di interrompere il digiuno: l'hashtag di Renzi su twitter #magnaIvan lo convince a festeggiare con una macedonia di fragole. Tre giorni dopo arriva la condanna della Corte di Strasburgo all'Italia perché non riconosce i diritti delle coppie omosessuali.
Il 31 agosto, prima della ripresa dei lavori parlamentari la vicesegretaria Debora Serracchiani continua a non mostrare segni di cedimento: "Le unioni civili non solo si faranno ma vanno fatte come ci siamo presi l'impegno di farle, entro l'anno. Ci sono le condizioni per un voto largo del Parlamento". Per ora non c'è ancora una data del calendario, ma nel frattempo è arrivato l'ennesimo richiamo dall'Ue: il parlamento europeo l'8 settembre ha chiesto oggi a nove Stati membri, tra cui l'Italia, di "considerare la possibilità di offrire" alle coppie gay istituzioni giuridiche come "la coabitazione, le unioni di fatto registrate e il matrimonio".
Lo stesso giorno parla Renzi, ma nelle sue parole si legge meno certezza, più una speranza: "Ci terrei a chiudere la riforma costituzionale un po' prima del 15 ottobre per consentire di chiudere anche la questione delle unioni civili prima del 15 ottobre".
La legge sui diritti civili è fatta più di rinvii che di date certe. Le difficoltà in Commissione, dove Ncd sta portando avanti il suo ostruzionismo a colpi di emendamenti, erano già palesi, ma non hanno impedito al premier Renzi di annunciare, il 6 settembre scorso, che "dopo anni di rinvii avremo una legge sui diritti civili. Lo facciamo per noi, per la dignità, del nostro paese. Facciamo le mediazioni possibili ma poi si
chiude".
fonte: Huffington Post, 25 settembre 2015
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