Dal francobollo Tina Anselmi sorride. Le è toccato uno strano destino "alla Tina", come la chiamano familiarmente a Castelfranco Veneto, il paese dove è nata 89 anni fa, il 25 marzo per l'esattezza.
È stata prima in tutto: staffetta partigiana a 17 anni nella brigata Cesare Battisti, prima ministra donna nella storia italiana nel 1976, primo politico coraggioso a cercare di chiarire il groviglio di interessi e opacità della loggia P2. A lei è dedicato il francobollo che sarà emesso il 2 giugno giorno della festa della Repubblica. Per la prima volta le Poste scelgono una protagonista della storia pubblica mentre è in vita. Ci sono stati sì due Papi e sei presidenti della Repubblica ma ritratti in gruppo.
La Tina invece lo spazio se lo prende tutto per sé e - come sempre ha ripetuto fino alla sua ultima intervista proprio con Repubblica nel 2007, prima che la malattia la provasse - se lo prende per sé e per le donne.
"Dico alle mie nipoti, attente fate la guardia perché le conquiste non sono mai definitive". Comincia così domani sera, martedì, il documentario su Rai Storia alle 21,15 che Anna Vinci, l'autrice, ha voluto intitolare Tina Anselmi, la grazia della normalità. "La normalità - dice Vinci - significa rispetto della norma".
Perché "la Tina" nella sua lunga e travagliata vita politica ha mantenuto fermo un faro: "La democrazia ha bisogno di normalità". E ha spesso parlato della solitudine che ha accompagnato la sua battaglia contro i poteri oscuri che hanno piagato la storia d'Italia, quella P2 su cui non è stata fatta piena luce. Dei pericoli come quei tre chili di tritolo accanto a casa, che non esplosero per un caso, e delle molte intimidazioni. Forte, ostinata e timida, alla vigilia dei suoi 89 anni Tina Anselmi viene raccontata dalla sorella Maria, da Dacia Maraini, da Enzo Giaccotto segretario politico durante l'impegno di ministro della Anselmi prima al dicastero del Lavoro poi alla Sanità, da Giovanni Di Ciommo che è stato suo collaboratore nella commissione d'inchiesta sulla P2. E poi ci sono le amiche, come Maria Luisa Gazzolo. E c'è la voce di Tina quando ricorda e svela. Parla della politica sommersa e dei fatti di sangue tra il 1976 e il 1981. Rivendica con una passione non banale il ruolo delle donne in politica: "Quando le donne si sono impegnate nelle battaglie - dice - le vittorie sono state vittorie per tutta la società. La politica che vede le donne in prima linea è politica d'inclusione, di rispetto delle diversità, di pace".
fonte: La Repubblica
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