giovedì 6 ottobre 2011

La legge del pasto buono





Nel giorno dedicato a San Francesco d’Assisi al Senato viene presentato un importante disegno di legge che punta a completare la cosiddetta legge “del buon Samaritano” che ha consentito, per finalità di tipo sociale e solidaristico, il recupero degli alimenti da supermercati e mense.

A distanza di anni, alcuni parlamentari, guidati dal senatore Luigi Grillo (Pdl), hanno pensato di proporre nuovi accorgimenti, poiché quell’importante legge ha mostrato difficoltà di applicazione nelle micro realtà, per evitare ciò che di più odioso possa esserci: lo spreco di cibo, soprattutto se il fenomeno di impoverimento della popolazione non accenna ad arrestarsi.

L’iniziativa promossa da Grillo, cui hanno aderito tra gli altri i senatori Thaler (Svp), Fosson (Uv), Oliva (Mpa) e De Sena (Pd), interviene dunque su un settore tra i più delicati e socialmente rilevanti.

Ma veniamo alle cifre dello spreco. Secondo Coldiretti finiscono in discarica ogni anno dieci milioni di tonnellate di alimenti, per un valore di 37 miliardi di euro, sufficienti per nutrire ben 44 milioni di persone. Oltre agli sperperi dei consumatori, dobbiamo tener conto di un 25% di sprechi costituito da prodotti scaduti o da cibo invenduto e andato a male e che una gastronomia/bar/self service si ritrova ogni giorno con un invenduto del 10-15%.

La cosiddetta «legge del pasto buono» disporrà l’emanazione di un DPCM (decreto del presidente del consiglio dei ministri) finalizzato alla semplificazione degli adempimenti burocratici e fiscali a carico dei soggetti donatori. Volendo fare un esempio, un padre di famiglia potrà a fine giornata recarsi presso la rosticceria vicino casa e ottenere gratuitamente un pollo invenduto e portarlo a casa per sfamare sé e la sua famiglia, senza scontrarsi con nessuna disposizione legislativa o amministrativa.

Inoltre, poiché la legge 155/03, detta appunto “del buon Samaritano”, aveva previsto l’equiparazione delle Onlus – come Caritas – ai «consumatori finali» relativamente al servizio di distribuzione dei prodotti alimentari agli indigenti, ma poi nella pratica la norma si è scontrata con la giungla di disposizioni amministrative locali, la “legge del pasto buono” rende esplicito il principio di non responsabilità in capo alle Onlus per le attività di distribuzione di alimenti, fatto salvo ovviamente i casi di dolo e colpa grave.

Dunque la “legge del pasto buono” rappresenta un grande aiuto alla rete di solidarietà che nel nostro Paese - come quasi ovunque nel mondo - è prima di tutto opera della generosità e dell’impegno del mondo cattolico.

Il senatore Grillo spiega: «Caritas e fondazione Zancan nel loro ultimo rapporto hanno evidenziato come il 5% della popolazione versi in uno stato di “assoluta povertà”, il 13% in uno stato di “povertà relativa” e secondo i dati Eurostat la percentuale della popolazione nazionale a rischio di povertà assoluta è di circa il 20%. Emergono quindi nuove forme di povertà che colpiscono in primo luogo la famiglia, soprattutto nei grandi centri urbani dove il costo degli affitti  e dei servizi è generalmente più alto. È importante quindi intervenire con modalità flessibili e innovative capaci di sostenerne quotidianamente i bisogni. Questo intervento legislativo consentirà di procurare benefici concreti alle famiglie bisognose che possono ottenere alimenti a condizioni vantaggiose e agli esercenti che possono evitare sprechi traendo un beneficio di natura fiscale dal consumo delle materie, infine dalla società in genere che vedrà ridotto il costo dello smaltimento dei rifiuti e incrementato il livello medio di benessere».

La Bussola quotidiana, 4 ottobre 2011

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