Caro Direttore,
sono intervenuto 70 volte in Commissione Giustizia parlando per circa 12 ore in discussione generale prima e per cominciare ad illustrare e votare poi i circa 1000 emendamenti che avevo presentato sul disegno di legge unificato Cirinnà sulle Unioni civili.
Il dibattito è stato poi traumaticamente troncato da una iniziativa del Presidente del Senato che ha portato direttamente in Aula il 14 ottobre un nuovo disegno di legge Cirinnà, presentato al Senato soltanto il 6 di ottobre, scavalcando la Commissione Giustizia, in palese violazione dell'art. 72 della Costituzione che impone che i disegni di legge vengano discussi prima in Commissione e poi in Aula.
Non solo: davanti a questa forzatura senza precedenti, con i colleghi parlamentari Augello, Compagna, Quagliariello, Piso e Roccella siamo usciti dal NCD, e siamo passati all'opposizione, perchè abbiamo preso atto che il partito di Alfano, malgrado gli interventi a gamba tesa del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, del Ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi e del Sottosegretario Ivan Scalfarotto, che hanno dettato contenuti, tempi e modi del dibattito parlamentare, non voleva mettere in discussione la continuazione dell'esperienza di governo, neppure di fronte ad una rivoluzione antropologica, appoggiata dal governo stesso.
Credo sia giusto pertanto che davanti al popolo del Circo Massimo i parlamentari debbano rispondere non come categoria ma ognuno sulla base dei propri convincimenti e dei propri comportamenti.
Sen. Carlo Giovanardi, La bussola quotidiana
Nessun commento:
Posta un commento