«L’animo di un uomo è pieno di voci simili a quelle di una foresta;
ci sono diecimila lingue simili a tutte le lingue degli alberi:
fantasie, follie, assurdità, paure misteriose e speranze ancora più
misteriose. […]
L’unico metro di giudizio che conosco per valutare
un’argomentazione o un’ispirazione è in fin dei conti il seguente: tutte
le necessità nobili dell’uomo parlano il linguaggio dell’eternità.
Quando un uomo compie tre o quattro azioni per cui è stato mandato sulla
terra, allora parla come un individuo destinato a vivere per sempre.
Chi muore per il suo paese non parla come se il suo attaccamento a un
determinato luogo potesse mutare. Leonida non afferma: “La mia
inclinazione attuale mi fa preferire Sparta alla Persia”. Guglielmo Tell
non osserva: “La civiltà svizzera, per quanto posso vedere, è superiore
a quella austriaca”. Quando gli uomini costruiscono comunità, parlano
in termini assoluti e lo fanno anche quando creano quelle comunità più
piccole chiamate famiglie»
(Chesterton, da La serietà non è una virtù).
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