domenica 20 ottobre 2013

Pellegrinaggio sulla tomba di Tommaso Moro

“In occasione del pellegrinaggio di un folto gruppo di parlamentari italiani alla tomba e ai luoghi di san Tommaso Moro, patrono dei governanti e dei politici”, Papa Francesco ha rivolto un cordiale saluto ai partecipanti in un messaggio a firma del sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato, l’arcivescovo Angelo Becciu inviato a mons. Lorenzo Leuzzi, cappellano della Camera, che partecipa all’evento. Il Papa esprime “il suo apprezzamento per l’iniziativa” e “incoraggia a vivere l’impegno politico come forma eminente di carità al servizio del bene comune”. Debora Donnini ha intervistato Maurizio Lupi, tra gli organizzatori dell’evento:

R. - Questo gesto è stato pensato all’interno del percorso che ognuno di noi sta facendo in questo Anno della Fede. Alla Camera dei Deputati c’è un cappellano, mons. Leuzzi, c’è una comunità che vive durante l’anno con la Messa al mattino, con i momenti di incontro che coinvolgono trasversalmente tutti i parlamentari che credono. Quindi, venire nei luoghi di Tommaso Moro – che Giovanni Paolo II ha proclamato patrono dei governanti e dei politici – ci sembrava un gesto concreto per ricordare ad ognuno di noi la ragione per cui esercitiamo questa responsabilità.

D. – Quale clima c’è tra i parlamentari che appunto appartengono a diversi partiti: Pdl, Pd, Scelta Civica ed altri…

R. – Sì, ci sono amici anche del Movimento 5 Stelle. Il clima è assolutamente positivo. Siamo coscienti che, pur avendo fatto scelte politiche diverse, la ragione per cui ognuno di noi si impegna è la stessa: servire il bene comune. Quindi, c’è un desiderio di fare un percorso insieme e di stimarsi l’un l’altro anche se convinti che poi la concretezza di queste azioni può tradursi con proposte politiche diverse. In un momento come questo, che il nostro Paese sta attraversando, credo che noi tutti dobbiamo ricordarci - come Tommaso Moro ha fatto nella sua storia con coerenza - che lo scopo del nostro agire è veramente ritornare a queste parole: “gratuità” e “bene comune”.

D. –Le tappe del pellegrinaggio sono Westminster - il Parlamento – Canterbury e la Torre di Londra. Come vivete questi momenti come pellegrinaggio?

R. – Westminster, il Parlamento, indica che quando uno è chiamato ad una responsabilità – come Tommaso Moro ci ha insegnato – bisogna svolgerla bene fino in fondo. San Tommaso Moro, per esempio, fu uno dei migliori ministri della Giustizia: quando divenne ministro si trovava, come adesso, con tantissimi arretrati. Facendo bene il suo lavoro, smaltì tutte le pratiche. Per quanto riguarda Canterbury: Tommaso Moro è stato Santo e politico ma ha sempre tenuto ben presenti e distinte le due aree. La figura di Tommaso Moro ci dice cos’è la santità. La fede non detta le regole alla politica ma la fede aiuta ed educa alla ragione per cui si fa politica e si servono le istituzioni. Se si perde la ragione ultima - come Moro ci ha testimoniato – per cui uno non solo vive ma vuole bene al proprio Paese alla fine si serve solo il potere. Per noi tenere viva l’esperienza del cristianesimo - come ci ha ricordato Papa Francesco - come annuncio presente nella vita oggi e non del passato, è una testimonianza che noi ripercorreremo appunto nei luoghi dove questa fede viene vissuta ed esercitata. La Torre di Londra è la tappa finale: qui ci colpisce molto il martirio, la possibilità - pur volendo bene al proprio re – di non rinunciare a quello in cui si crede. Paradossalmente, un grande politico come Tommaso Moro perde la propria vita per il silenzio, cioè rispetta il proprio Re ma non tradisce i propri ideali ed è questo che il potere poi non tollera.
 
fonte: Radio Vaticana

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