Ma che cosa avrà mai convinto Corrado Passera – ultima attività nota
quella di non indimenticabile ministro dello Sviluppo economico nel
governo Monti – a proporsi come leader di centrodestra (“non mi
interessa un nuovo partitino di centro!”) contro “la visione socialista
di Matteo Renzi, un gattopardo che finge di cambiare tutto perché tutto
resti uguale”?
Quale
modesta considerazione di sé lo induce a indicare come ispiratori “Don
Sturzo, De Gasperi, Einaudi”? E chi gli avrà suggerito, a lui che è
stato ai vertici di Cir, Poste Italiane e Intesa Sanpaolo, il brand
“Italia Unica” che fossimo in Germania suonerebbe più o meno come
“Deutschland über alles”?
Passera ha annunciato
sabato scorso la sua discesa in campo, negli studios romani della
Tiburtina. Ma la vera operatività del movimento-partito è rinviata a
settembre, ci sono le ferie. Eppure il mondo non si ferma, né gli
obiettivi cui Passera ambisce sono di poco conto: “Renzi ha giocato a
porta vuota ma il 40 per cento dei suoi voti corrispondono al 20 per
cento degli italiani”.
“E Passera vuol cercare
l’altro 80”, conclude rapido il Corriere della Sera (del quale il
candidato fu azionista a nome di Intesa) sottolineando come “pensa in
grande” e “la camicia celeste perfettamente stirata, il fisico
asciutto”. Tanto basta ad aspirare all’eredità del berlusconismo, ancora
di più se, dice Passera, “ci sono 400 miliardi a disposizione”; un
piano Fenice per il decollo del paese?
Da
dove arrivano questi miliardi? “Valorizzazione del patrimonio pubblico,
crediti alle imprese attraverso la Cassa depositi e prestiti, i
cantieri già finanziati, i fondi strutturali europei, e poi 100 miliardi
direttamente nelle tasche dei cittadini consegnando le liquidazioni
subito, negli stipendi, altro che 80 euro al mese”.
Dove
abbiamo già sentito queste proposte? E dove abbiamo già visto i primi
aspiranti Unici: l’avvocato Giulia Bongiorno, l’ex viceministro Mario
Baldassarri, gli ex ministri Annamaria Cancellieri e Giovanni Maria
Flick? Passera pare convinto di aver lasciato un forte rimpianto come
governante: sul sito di Iu racconta di “interventi in vari ambiti,
riforme e soluzioni innovative e, in alcuni casi, attese da anni”. Di
certo non si è accorto che anche in Italia è tornata la politica, alla
quale non si chiede di essere né chic né eccessivamente laureata, e che
dal resto d’Europa e del mondo non se n’è mai andata.
Fonte: Il Foglio
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