mercoledì 18 giugno 2014

400 miliardi

Ma che cosa avrà mai convinto Corrado Passera – ultima attività nota quella di non indimenticabile ministro dello Sviluppo economico nel governo Monti – a proporsi come leader di centrodestra (“non mi interessa un nuovo partitino di centro!”) contro “la visione socialista di Matteo Renzi, un gattopardo che finge di cambiare tutto perché tutto resti uguale”?

Quale modesta considerazione di sé lo induce a indicare come ispiratori “Don Sturzo, De Gasperi, Einaudi”? E chi gli avrà suggerito, a lui che è stato ai vertici di Cir, Poste Italiane e Intesa Sanpaolo, il brand “Italia Unica” che fossimo in Germania suonerebbe più o meno come “Deutschland über alles”?

Passera ha annunciato sabato scorso la sua discesa in campo, negli studios romani della Tiburtina. Ma la vera operatività del movimento-partito è rinviata a settembre, ci sono le ferie. Eppure il mondo non si ferma, né gli obiettivi cui Passera ambisce sono di poco conto: “Renzi ha giocato a porta vuota ma il 40 per cento dei suoi voti corrispondono al 20 per cento degli italiani”.

“E Passera vuol cercare l’altro 80”, conclude rapido il Corriere della Sera (del quale il candidato fu azionista a nome di Intesa) sottolineando come “pensa in grande” e “la camicia celeste perfettamente stirata, il fisico asciutto”. Tanto basta ad aspirare all’eredità del berlusconismo, ancora di più se, dice Passera, “ci sono 400 miliardi a disposizione”; un piano Fenice per il decollo del paese?

Da dove arrivano questi miliardi? “Valorizzazione del patrimonio pubblico, crediti alle imprese attraverso la Cassa depositi e prestiti, i cantieri già finanziati, i fondi strutturali europei, e poi 100 miliardi direttamente nelle tasche dei cittadini consegnando le liquidazioni subito, negli stipendi, altro che 80 euro al mese”.

Dove abbiamo già sentito queste proposte? E dove abbiamo già visto i primi aspiranti Unici: l’avvocato Giulia Bongiorno, l’ex viceministro Mario Baldassarri, gli ex ministri Annamaria Cancellieri e Giovanni Maria Flick? Passera pare convinto di aver lasciato un forte rimpianto come governante: sul sito di Iu racconta di “interventi in vari ambiti, riforme e soluzioni innovative e, in alcuni casi, attese da anni”. Di certo non si è accorto che anche in Italia è tornata la politica, alla quale non si chiede di essere né chic né eccessivamente laureata, e che dal resto d’Europa e del mondo non se n’è mai andata.

Fonte: Il Foglio

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