giovedì 10 luglio 2014

Renzi-Craxi: la riflessione di Civati

Cos’è “Possibile”? Una nuova corrente del Pd? L’embrione di un nuovo partito? «Io dico che è un’intelaiatura... Allora diciamo che è una sigla trasversale, per organizzare una riflessione del Pd verso sinistra». E spiega: «Bisogna conquistarsi uno spazio. In politica devi intestarti le battaglie per cui tiene davvero, devi caratterizzarti. Quello che non capiscono i turchi, i bersaniani, pensano che prima o poi nel partito toccherà a loro, non vedono che Renzi farà da sé il prima e il poi. Il mio obiettivo è costruire un centrosinistra nettamente delimitato, alternativo ad Alfano, per esempio, con un gruppo dirigente che abbia una visione. E una vita democratica dentro il Pd. Trasparenza sui finanziamenti, consultazioni on line, recupero di temi come l’ambiente e la legalità, oggi dimenticati».
«Non ci sono persone che cercano un nuovo capo», prosegue Civati: «E io in questo progetto mi sento più un federatore che un attore, uno che cerca di mettere in dialogo tutto quello che si muove a sinistra. Gennaro Migliore vuole entrare nel Pd per dire le stesse cose che diciamo ora noi. Non ho capito la sua mossa, mentre guardo con grande interesse al travaglio di Sel».

Secondo Civati «Renzi ha preso un grande voto popolare, è arrivato quando non c’erano più destra e sinistra e lui di gran lunga è il più mobile, incarna l’innovazione e il cambiamento necessario, sia pure in versione muscolare, un po’ manesca verso chi non la pensa come lui. Simile in questo al Berlusconi del 1994, al Grillo del 2013, soprattutto a Craxi. È lui il modello di riferimento. Sia chiaro: non mi riferisco al Craxi dei primi anni Novanta, travolto dalle inchieste di Mani Pulite. Penso al Craxi giovane, dinamico, spregiudicato, alla sua idea di politica: la ricerca di un potere che si deve conquistare e poi si deve saper mantenere».
 
fonte:L'Espresso

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