giovedì 6 gennaio 2011

La testa nella sabbia

Berlusconi e le leggi inventate, le ruberie e le frodi, ministri costretti a lasciare lo scranno perché impelagati in truffalderie infinite. Ai tempi della DC, sarebbe stato uno scandalo enorme, disgustoso, per non parlare di Mani Pulite, quando saltò il tappo e insieme il governo. Al contrario, oggi tutto si ripete ma non succede niente: la colpa è dei giudici aggressivi, che perseguitano e non lasciano lavorare in pace Berlusconi.
Reazioni?
Il  grande pubblico dice: “Ma sì, lasciamolo fare. E’ normale che si debba distrarre; imperatori e non, rubano tutti, l’importante è che sia disponibile con noi”. Poveri illusi, Berlusconi e gli altri sono spritosi, ma non ti lasciano vivere, ti annegano, come dimostrano i contratti Fiat, veri e propri atti di sciacallaggio industriale.
Qual è il problema?
La cultura della disinformazione, l’addormentamento della coscienza, far credere che il mondo sia fatto di lotteria e colpi gobbi, con la speranza che un giorno tocchi a te e ti cambi la vita. Il sogno è un uomo ricco e felice, capace di lavorarsi bene le leggi e avere i santi in Paradiso: la corruzione e l’accettazione della corruzione sono una follia culturale.
E la sinistra?
La sinistra è drogata, imbesuita dalla situazione politica: troppi si sono assuefatti a conciliare, addomesticare e mediare, sperando di avere aggiustamenti per tutti. Si lavano le mani, fanno come Pilato, non si prendono responsabilità, stanno a vedere, con una parola d’ordine: “Io non c’entro”.
La speranza sono gli studenti?
Sono un fatto collettivo, la loro cocciutaggine è giusta, da applausi.
Oltre a loro, il vuoto?
No, ci sono uomini su cui puntare. Vendola è una persona di tutto rispetto, con un seguito importante. E Di Pietro sballa, sceglie con superficialità i suoi aiuti e collaboratori, che poi si scopre essere degli infami, dei baluba che corrompono e si fanno corrompere. Ma anche lui ha delle cose positive, non è da buttare. Ma il problema non è individuare un uomo, ma una forma ideale di società.
Che cosa si augura per il 2011?
Mi aspetto una presa di coscienza della nazione intera: spero che i soliti felici e contenti, con il cervello imbottito di ipocrisie e imbecillità, si sveglino e partecipino alla vita civile. Hanno la testa dentro la sabbia, è ora che la tirino fuori.

(Dario Fo, brani di intervista pubblicata su Il Fatto Quotidiano del 5 gennaio 2011)

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