"Oggi politicamente conviene, ad atei e credenti della sinistra moralistica e teologica, criminalizzare moralmente un Berlusconi che (...) va lasciato in pace sul piano della sua morale privata, la quale non è un crimine e, se è un peccato (cosa che a me pare incontrovertibile) riguarda la sua coscienza e il suo direttore spirituale, visto che le feste di Arcore non sono atti pubblici, norme o leggi.
Nessuna norma pubblica di morale o di diritto vieta di amare le ragazze, far loro regali e convocarle per feste private in cui la messinscena del piacere e scampoli di piacere anch'essi privati, rivestono un ruolo esteticamente grottesco ma moralmente iscritto nella sfera personale dell'Autore del copione, della sua libera coscienza, del suo modo di vivere molto moderno, della specifica differenza cristiana in cui è collocabile la sua cultura e la sua smania esistenziale.
Gli stessi che chiudono un occhio (e anzi due) sulla deriva nichilista e mortuaria della civiltà di oggi, sui suoi tic, sulle condizioni in cui vivono le minorenni e i minorenni a scuola, sul conformismo della trasgressione che avvilisce la maternità e la natalità, sulla manipolazione della vita e sulla distruzione di matrimonio e famiglia, tutto così fatale e inattacabile se non da orrendi devoti turbati dal loro stesso accecamento conservatore; quegli stessi bardi di morale e di decenza abbiano la compiacenza di ripassare un'altra volta con le loro ipocrisie sulla vita lussuriosa del capo e sulla censurabilità dei suoi criteri di condotta.
Non si può passare la vita ad abbassare la soglia della noma etica, e poi issare un muro di filisteismo moralistico contro il nemico politico. La lezione è rinviata a tempi migliori. Grazie."
Giuliano Ferrara, Sermoni senza decenza, ripreso da Il Giornale del 21 gennaio 2011
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