ROMA - Raffaele Bonanni ha
formalizzato l'intenzione di lasciare la segreteria generale della Cisl
nel corso di una riunione della segreteria allargata. "La decisione
delle mie dimissioni - ha detto Bonanni ai vertici del sindacato - sono
frutto di una meditazione profonda e non perché siano mancati fiducia e
consenso di tutto il gruppo dirigente".
Raccogliendo le dimissioni di Bonanni, la segreteria del sindacato di via Po ha indicato l'8 ottobre come data probabile del consiglio generale Cisl che dovrà eleggere il nuovo segretario generale della confederazione. Il consiglio generale dovrà prima ratificare la decisione e poi eleggere anche la nuova segreteria, perché l'attuale è decaduta con le dimissioni del segretario generale. La convocazione del consiglio non è stata ancora formalizzata ed è attesa a breve.
Formalizzando le sue dimissioni, Bonanni si è speso una volta di più in favore di Annamaria Furlan quale guida della Cisl. "Già alcuni mesi fa avevo indicato Annamaria Furlan come mio successore. La sua elezione a segretario generale aggiunto a larghissima maggioranza è stata la dimostrazione della grande unità della Cisl, credo che bisognerà continuare su questa strada consolidando la piena unità".
Come aveva già dichiarato, Bonanni ha motivato il suo passo indietro con "la necessità di avviare una rimodulazione dell'assetto organizzativo della Cisl con una discussione aperta". Servirà, ha aggiunto, "non solo per salvaguardare la Cisl, ma tutto il Paese in un momento in cui sta saltando tutto".
In precedenza, il leader dimissionario della Cisl, a SkyTg24 aveva spiegato: "Non lascio la direzione a causa dell'articolo 18. Ma con Renzi finisce l'autorevolezza del potere politico". E aveva anche replicato in modo piccato alle illazioni sulla sua "pensione d'oro". "Dopo 47 anni di contribuzione non prenderò neanche la pensione che prende il suo caporedattore" la risposta del segretario generale a domanda del giornalista.
Anche con Giovanni Minoli a Mix24 su Radio 24, Bonanni aveva attaccato Renzi: "Ha ragione nel voler imprimere ritmi diversi e nuovi per il Paese - aveva premesso l'ormai ex leader Cisl -, ha torto perché non usa strumenti adeguati per farlo. Lui, in definitiva, rappresenta il modello di un uomo solo che tira, ma un uomo solo che tira si sfianca, cade, stramazza a terra".
Con Minoli, Bonanni ha rilasciato anche un corrosivo quanto sfuggente giudizio sulla Cgil. A domanda sul sindacato guidato da Susanna Camusso, ha risposto "Non voglio ficcarmi in vespai come quelli della Cgil, mi basta la responsabilità della Cisl". A quel punto il giornalista gli ha chiesto se la Cgil sia un vespaio. "Beh, lo vedono tutti", le parole di Bonanni.
Alla segreteria allargata, Bonanni ha sottolineato l'esigenza di "continuare a lavorare nei territori e nelle categorie" perché questa "è la cultura vincente della Cisl". Il suo intervento è stato chiuso - riferiscono alla Cisl - da un lungo applauso e dopo un breve ringraziamento nessuno è intervenuto: "Vuol dire - ha commentato Bonanni - che condividete le mie parole".
Il segretario generale uscente è apparso teso e commosso, pur rimanendo - riferiscono le fonti - sempre pacato. La commozione era visibile nei vari segretari di categoria e territoriali, alcuni usciti dalla sala con gli occhi lucidi.
Raccogliendo le dimissioni di Bonanni, la segreteria del sindacato di via Po ha indicato l'8 ottobre come data probabile del consiglio generale Cisl che dovrà eleggere il nuovo segretario generale della confederazione. Il consiglio generale dovrà prima ratificare la decisione e poi eleggere anche la nuova segreteria, perché l'attuale è decaduta con le dimissioni del segretario generale. La convocazione del consiglio non è stata ancora formalizzata ed è attesa a breve.
Formalizzando le sue dimissioni, Bonanni si è speso una volta di più in favore di Annamaria Furlan quale guida della Cisl. "Già alcuni mesi fa avevo indicato Annamaria Furlan come mio successore. La sua elezione a segretario generale aggiunto a larghissima maggioranza è stata la dimostrazione della grande unità della Cisl, credo che bisognerà continuare su questa strada consolidando la piena unità".
Come aveva già dichiarato, Bonanni ha motivato il suo passo indietro con "la necessità di avviare una rimodulazione dell'assetto organizzativo della Cisl con una discussione aperta". Servirà, ha aggiunto, "non solo per salvaguardare la Cisl, ma tutto il Paese in un momento in cui sta saltando tutto".
In precedenza, il leader dimissionario della Cisl, a SkyTg24 aveva spiegato: "Non lascio la direzione a causa dell'articolo 18. Ma con Renzi finisce l'autorevolezza del potere politico". E aveva anche replicato in modo piccato alle illazioni sulla sua "pensione d'oro". "Dopo 47 anni di contribuzione non prenderò neanche la pensione che prende il suo caporedattore" la risposta del segretario generale a domanda del giornalista.
Anche con Giovanni Minoli a Mix24 su Radio 24, Bonanni aveva attaccato Renzi: "Ha ragione nel voler imprimere ritmi diversi e nuovi per il Paese - aveva premesso l'ormai ex leader Cisl -, ha torto perché non usa strumenti adeguati per farlo. Lui, in definitiva, rappresenta il modello di un uomo solo che tira, ma un uomo solo che tira si sfianca, cade, stramazza a terra".
Con Minoli, Bonanni ha rilasciato anche un corrosivo quanto sfuggente giudizio sulla Cgil. A domanda sul sindacato guidato da Susanna Camusso, ha risposto "Non voglio ficcarmi in vespai come quelli della Cgil, mi basta la responsabilità della Cisl". A quel punto il giornalista gli ha chiesto se la Cgil sia un vespaio. "Beh, lo vedono tutti", le parole di Bonanni.
Alla segreteria allargata, Bonanni ha sottolineato l'esigenza di "continuare a lavorare nei territori e nelle categorie" perché questa "è la cultura vincente della Cisl". Il suo intervento è stato chiuso - riferiscono alla Cisl - da un lungo applauso e dopo un breve ringraziamento nessuno è intervenuto: "Vuol dire - ha commentato Bonanni - che condividete le mie parole".
Il segretario generale uscente è apparso teso e commosso, pur rimanendo - riferiscono le fonti - sempre pacato. La commozione era visibile nei vari segretari di categoria e territoriali, alcuni usciti dalla sala con gli occhi lucidi.
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