lunedì 13 dicembre 2010

Sul moralismo

Vuol dire che l’immoralità privata non ha conseguenze pubbliche?

I comportamenti negativi di “morale privata” non devono mai essere proposti come esempi da seguire. Ma bisogna sempre guardarsi dal “moralismo”, atteggiamento che può avere molte varianti: stracciarsi le vesti per un comportamento immorale dell’avversario politico sul piano privato dopo aver seminato per anni una cultura del relativismo morale; approfittare della propria posizione pubblica per esaltare pubblicamente i propri comportamenti immorali; esigere dall’avversario, con rigore inquisitorio, una coerenza piena tra morale privata e morale pubblica, dopo aver teorizzato e promosso il divorzio, l’aborto o le nuove “forme” di famiglia che senz’altro non sono chiari esempi di morale pubblica; restringere il concetto di morale pubblica solo ad alcuni ambiti, come per esempio la corruzione, sottraendone altri, come per esempio la morale familiare o la violenza sull’embrione. Spesso, oggi, a lanciare giudizi morali sono personaggi politici che vorrebbero distribuire la pillola abortiva alle minorenni, liberalizzare l’uso della droga o parificare le coppie omosessuali alla famiglia.    
 
Mons. Giampaolo Crepaldi, Arcivescovo di Trieste (tratto da "La Bussola Quotidiana" del 13 dicembre 2010)

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