mercoledì 19 settembre 2012

I balenotteri

Federico Fellini mi diceva sempre: "Ricordati che gli italiani si affidano ai democristiani e gli danno il voto in segreto perché assomigliano ai loro maestri e ai loro compagni di scuola, a quelli meno dotati. Non ai primi della classe, agli sportivi, ai numeri uno: a noi piacciono i tipi che non ci mettono in soggezione". Chissà cosa penserebbe oggi dei ministri tecnici, così bravi, così sapienti, così apparentemente infallibili. Non sono passati dalle urne, sono immacolati e incerti se sfidare le schede elettorali.
Guardando i loro sfidanti politici, tuttavia, la profezia di Federico sembra completamente avverarsi. Ai nastri di partenza, per ora, si agita una folla di balenotteri. Spiaggiata in malo modo la balena bianca democristiana, i cuccioli sono tutti molto determinati a riconquistare il patrimonio disperso. Il loro leader, Pier Ferdinando Casini, non ha mai mollato lo stemma di famiglia: lo scudo crociato è suo e guai a chi glielo tocca.
Il nuovissimo Matteo Renzi è un Dc di famiglia, di nascita, di storia: una garanzia. Insieme a lui sfidano Pier Luigi Bersani sicuramente Bruno Tabacci - presidente della regione Lombardia dc, allievo di Giovanni Marcora - e forse qualche ex margherita in fuga dal Pd. Sul fronte del Popolo della libertà, Angelino Alfano viene da quella storia e in privato racconta storie democristiane che risalgono alla fanciullezza (roba da far commuovere la cronista stagionata che ricorda quel clima come fosse ieri).
E non si può dimenticare che in Rai - dove tutti devono avere una maglia, almeno quelli che vanno in tv - passava per demitiano doc negli anni Ottanta anche quel Beppe Grillo che oggi vuole la rivoluzione. Una buona scuola, davvero. Centro, sinistra, destra e grillini: rischiamo di avere un prossimo Parlamento tutto post Dc. Wow! Avvertite Giampaolo Pansa, ideatore del marchio balena, che deve preparare un nuovo libro su "I figli della balena bianca". Avvisate anche gli eredi di Luigi Pintor e i colleghi del manifesto, che titolarono molti anni fa "Non moriremo democristiani".
L'antipolitica, alla fine, promuove i più furbi e i più tosti. Giulio Andreotti non ha mai fatto una piega, Amintore Fanfani si tonificava e rivoltava le platee avversarie come frittate (memorabile, nel 1989, al Palasport di Roma, quando gridò: "Se avessi avuto paura dei fischi, oggi voi non sareste qui"). Gli ex dc sono e restano i più impermeabili alle critiche, agli scandali, alle inchieste giudiziarie, alle accuse dei giornali.
Nessuno come i democristiani sa resistere a fischi, commenti, boicottaggi, lancio di oggetti - la Bindi non si è scomposta, poche ore fa, neppure quando le hanno lanciato riso e lustrini in testa - e non va dimenticato il sacrificio di Aldo Moro. Chi ha studiato a quella scuola, gioca a palla con antipolitica, accuse e attacchi. Ne sa qualcosa Luca di Montezemolo: si è scagliato contro la platea Udc, dove sedevano in prima fila Paolo Cirino Pomicino e Ciriaco De Mita. Come se fossero persone qualunque. Errore blu. Loro non si sono scomposti, lui avrà qualche problema in più, nel caso volesse davvero sfidarli.

fonte: Il Foglio, Barbara Palombelli

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