sabato 2 novembre 2013

Tre volte

«Ho letto i Promessi sposi tre volte e ce l'ho adesso sul tavolo per rileggerlo. Manzoni mi ha dato tanto. Mia nonna quando ero bambino mi ha insegnato a memoria l'inizio, "Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno, tra due catene ininterrotte di montì". "La strada" di Fellini è forse il film che ho amato di più. Mi identifico con quel film, nel quale c'è un implicito riferimento a San Francesco».

L'ampia intervista di papa Bergoglio al suo confratello direttore di Civiltà cattolica Antonio Spadaro, tra i tanti motivi di interesse, ha anche quello del rapporto del Papa con l'arte, e con molti autori italiani, grazie agli insegnamenti della nonna Rosa. Fu lei a insegnare al bimbo Bergoglio l'incipit dei Promessi Sposi, Bergoglio, convinto che un gesuita debba essere «creativo», racconta più estesamente di quanto non avesse fatto da arcivescovo di Buenos Aires il suo rapporto con la letteratura - gli amati Dostoevskij e Hoelderlin, ma anche Manzoni - con la pittura di Chagall e la musica di Mozart, con il cinema, - non solo italiano, ma certo con preferenza per Fellini e passione per Anna Magnani e Aldo Fabrizi.

Di interesse per il cristiano, inoltre, il racconto di come prega l'uomo diventato Papa, che tra salmi, rosario, discernimento e adorazione, cerca di incontrare il suo Dio nel tempo e nella storia, nel povero e nelle ferite del fratello.

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