A questo punto pagare la tassa sulla casa sarà il meno. Basta capire
quale tassa bisognerà pagare, chi la dovrà pagare, in che modo, in quali
tempi. Capita che in tempi di legge di stabilità di acronimo si possa
anche morire.
E se è vero che non c’è niente di più mobile della tassa sugli
immobili, si capirà come nel giro di un anno siamo passati dall’Ici
all’Imu, dalla Trise con Tari e Tasi al Tuc (abortito prima ancora di
nascere) per arrivare infine a partorire la Iuc, imposta unica comunale,
che ha mandato in pensione la Trise messa a punto meno di un mese fa
dal governo con le gemelle Tari e Tasi e che ha messo una parola
definitiva sulle velleità, peraltro molto ridotte nell’ultima settimana,
del Tuc.
Anche la Iuc sarà una e trina infatti si dividerà in una componente
relativa alla raccolta dei rifiuti e in una seconda sui servizi
indivisibili. È questo il compromesso raggiunto in commissione Bilancio
del senato e presentato sotto forma di emendamento dei relatori alla
legge di stabilità.
Al di là del cambio dell’acronimo che si aggiunge alla folta selva di
altre sigle che popolano gli incubi degli italiani ma anche di sindaci
ed esattori, occorre capire cosa in realtà cambia e se le risorse che
non si erano trovate per la Tari e la Tasi ora sono invece saltate
fuori. A quanto si legge dal testo della proposta dei relatori dalla
Iuc, che sostituirà l’Imu dal 2014, saranno esentate le prime case ad
esclusione di quelle di lusso. L’importo stanziato nel fondo attribuito
ai comuni per introdurre detrazioni sulla nuova imposta sulla casa «darà
la possibilità di avere un effetto analogo a quello del 2012, quando la
detrazione base era a 200 euro e si aggiungevano 50 euro a figlio»
hanno spiegato i relatori illustrando la loro proposta.
Insomma, tutto cambi perché nulla cambi.
fonte:Europa
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