lunedì 25 novembre 2013

Trise, Tari, Tasi, Tuc, Iuc...

A questo punto pagare la tassa sulla casa sarà il meno. Basta capire quale tassa bisognerà pagare, chi la dovrà pagare, in che modo, in quali tempi. Capita che in tempi di legge di stabilità di acronimo si possa anche morire.
E  se è vero che non c’è niente di più mobile della tassa sugli immobili, si capirà come nel giro di un anno siamo passati dall’Ici all’Imu, dalla Trise con Tari e Tasi al Tuc (abortito prima ancora di nascere) per arrivare infine a partorire la Iuc, imposta unica comunale, che ha mandato in pensione la Trise messa a punto meno di un mese fa dal governo con le gemelle Tari e Tasi e che ha messo una parola definitiva sulle velleità, peraltro molto ridotte nell’ultima settimana, del Tuc.
Anche la Iuc sarà una e trina infatti si dividerà in una componente relativa alla raccolta dei rifiuti e in una seconda sui servizi indivisibili. È questo il compromesso raggiunto in commissione Bilancio del senato e presentato sotto forma di emendamento dei relatori alla legge di stabilità.
Al di là del cambio dell’acronimo che si aggiunge alla folta selva di altre sigle che popolano gli incubi degli italiani ma anche di sindaci ed esattori, occorre capire cosa in realtà cambia e se le risorse che non si erano trovate per la Tari e la Tasi ora sono invece saltate fuori. A quanto si legge dal testo della proposta dei relatori dalla Iuc, che sostituirà l’Imu dal 2014, saranno esentate le prime case ad esclusione di quelle di lusso. L’importo stanziato nel fondo attribuito ai comuni per introdurre detrazioni sulla nuova imposta sulla casa «darà la possibilità di avere un effetto analogo a quello del 2012, quando la detrazione base era a 200 euro e si aggiungevano 50 euro a figlio» hanno spiegato i relatori illustrando la loro proposta.
Insomma, tutto cambi perché nulla cambi.

fonte:Europa

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