lunedì 20 giugno 2011

La macchina delle sberle

Che cos’hanno in comune Antonio Socci, Luigi Amicone e Maurizio Crippa? Diverse cose, tra cui l’essere - tutti e tre - cresciuti sulle orme di Don Giussani e formati al giornalismo all’interno di quell’esperienza unica nel panorama dell’informazione italiana che fu Il Sabato.
Ma tutti e tre - nel post elezioni - manifestano diverse sensibilità sul significato delle recenti votazioni, prima le amministrative poi i referendum.
La “macchina delle sberle”, come l’ha chiamata efficacemente il direttore di Avvenire Marco Tarquinio in un suo editoriale, ha fatto male non solo al duo Popolo della libertà (Pdl) e Lega ma anche a quanti - con più o meno convinzione - hanno appoggiato il centrodestra e i suoi candidati (in particolare a Milano).

UNA RIFLESSIONE SUL POST ELEZIONI. All’interno di Comunione e liberazione (Cl), il movimento ecclesiastico più esposto nelle elezioni a favore del centrodestra (anche attraverso propri candidati al Consiglio comunale) ha elaborato un documento, una riflessione sul post elezioni letto tra l’altro al termine dell’ultima scuola di comunità guidata da Don Julian Carron, il successore di Don Luigi Giussani.
Preso atto del risultato e di quanto emerso dagli incontri (non estremamente positivi) in occasione del ballottaggio, quando gli aderenti al movimento cercavano di distribuire volantini che mettevano in luce i pregi dell’ex sindaco Letizia Moratti e i difetti del candidato Giuliano Pisapia, Cl rivendica il desiderio di aver voluto anche questa volta verificare se la fede ha qualcosa da dire anche in occasione delle elezioni.

LA LIBERTÁ, UN BENE DI TUTTI. Ne è emersa la constatazione di una delusione nel riporre speranza «in una cosa inconsistente come le utopie» e a essere «meno ingenui» sul potere salvifico della politica. Perché «solo la fede rende più umana la vita ora». In ultimo, la domanda a chi è stato chiamato a governare: il desiderio di libertà che deve essere difeso come un bene per tutti. È difficile pensare che una forza politica, di qualsiasi colore, si senta di andare contro questa richiesta.
Ma tornando al trio, per il direttore di Tempi Amicone, la vittoria dei sì ai referendum «mortifica la stessa dottrina sociale della Chiesa». Il tutto in un pezzo a tutta pagina ospitato su Il Foglio. Chiarito che per Amicone è sempre importante entrare nel merito delle questioni che si trattano (anche se lo stesso Tempi aveva invitato all’astensione) motiva il perché dei suoi quattro no prendendo come alleati di pensiero - tra gli altri - Nicola Rossi e Franco Bassanini, sostenitori delle liberalizzazioni.

L'ABBAGLIO DELLE ASSOCIAZIONI. Ma dove viene l’abbaglio preso da tante associazioni religiose, da Azione cattolica alle Acli, che non hanno riconosciuto nel loro agire un fare negativo rispetto a quanto insegnato dalla dottrina sociale cattolica? Per Amicone, riguardo all’acqua in particolare, stabilire che tutto diventi pubblico è far torto al principio di sussidiarietà. Un concetto troppo abusato, buono spesso anche per condire l’insalata visto l’uso (e anche l’abuso) che se ne fa.
Ne viene una citazione delle encicliche base del magistero pontificio in ambito sociale dalla Rerum novarum alla Quadragesimo anno. Ne viene che i cattolici stessi che hanno votato con forza quattro sì si sono dati da soli una «sberla» a meno che - per Amicone - non sia «in sonno» (linguaggio massonico…) un «partito di cattolici» (così definiva lo stesso don Luigi Sturzo il Partito popolare da lui fondato, ndr) che «con l’avallo delle gerarchie ha partecipato al referendum col consapevole ma inespresso intento di dare una spallata al governo di centrodestra».

IL PERICOLO DI UN RUINISMO AL CONTRARIO. Ed ecco - riprendendo un concetto già espresso da Giuliano Ferrara in uno dei suoi editoriali su Il Foglio - il pericolo di un “ruinismo” al contrario che sembra dare vincenti «le posizioni espresse da quel variegato e per molti versi confuso, secolarizzato e protestantizzato mondo cattolico afferente al cosiddetto “cattolicesimo democratico”».
Qualche nome? Famiglia cristiana, Noi siamo Chiesa, Don Zanotelli, Vito Mancuso, Rosy Bindi, il giansenista Gustavo Zagrebelsky. Un’autentica macedonia in cui non manca, tra le altre la già citata Azione Cattolica caduta nell’errore.
La risposta, per Amicone, è che i cattolici devono darsi una scossa domandandosi se la risposta può essere quel Movimento popolare rivangato da Antonio Socci (ed eccolo giungere sul palco) e che ebbe quale esponente, come il governatore lombardo Roberto Formigoni.

Da ciellino a ciellino risponde per le righe - sulle stesse pagine - il condirettore de Il Foglio Maurizio Crippa che, pur non avendo votato ai referendum, non vede tutto il dramma agitato da Amicone.
Rispedito al mittente l’invito a un brivido d’inquietudine che mortifica cattolici e dottrina sociale della Chiesa, Crippa si dice sorpreso nell’apprendere che le aziende pubbliche (e pensa a quelle efficienti lombarde) diventino ora «sentine di satana».
Pungente, Crippa ricorda ad Amicone e ai nostalgici del Movimento popolare che non li ha mai sentiti stracciarsi le vesti per la palese contraddizione con la Dottrina sociale della Chiesa o non ha mai registrato dimissioni in massa dai consigli d'amministrazione per la mancanza di sussidiarietà. E via con l’altro affondo: sono sussidiarie le ferrovie di Luca Cordero di Montezemolo concorrenti con quelle dello Stato oppure una centrale nucleare?

NON USARE DOTTRINA PER INTERESSI PRIVATI. L’invito è a lasciare stare e non usare la dottrina sociale per difendere interessi privati perché - Crippa docet - «non essendo materie non negoziabili, chiunque può pensarla e votare un po’ come cavolo gli pare».
Crippa riconosce ad Amicone che il voto è stato caricato di una valenza contro Silvio Berlusconi ma pur essendo opinabile è più che accettabile. Altro che oltraggio alla dottrina.
Ed ecco l’ulteriore carico in risposta ad Amicone: «Forse ti converrebbe guardare le performance grottesche, a essere generosi, di questo governo sul testamento biologico, il quoziente familiare o i familismi giovanardiani per capire a questo punto che persino qualche cattolico può legittimamente, e laicamente, domandarsi perché continuare a votarli.

LA STOCCATA A FERRARA. Boom. Colpo secco che tocca la piaga purulenta. E colpo finale con stoccata al suo stesso direttore, Giuliano Ferrara, primo apostolo del cardinale Camillo Ruini: «Quanto bene ha davvero fatto, a quella che chiami “personalità cristiana” in campo pubblico un ventennio di ruinismo a trazione berlusconiana?». Citando Lenin: che fare? Anche nulla per Crippa. Lasciamo i fantasmi del passato (vedi Movimento popolare) ai ricordi di qualche incanutito politico o ex politico.

Ma Socci su Libero non ci sta e si domanda se sia in vista una Democrazia cristiana (Dc) di ricambio rivangando un’unità politica dei cattolici anche sulla scia del neoguelfismo invocato dal rettore dell’Università Cattolica, Lorenzo Ornaghi. Ed ecco uno sfavillio di citazioni tra Fëdor Michajlovič Dostoevskij, sant'Agostino, sino al sommo cardinale John Henry Newman, per dire che la Chiesa torni ad annunciare il fatto cristiano nella sua verità e integralità e che si torni a viverlo in ogni suo ambiente non lasciando alla sola Radio Maria l’aiuto per un giudizio cristiano sulla realtà (a dire il vero i commenti politici del celebre direttore Padre Livio Fanzaga non si sa se fanno più o meno bene a Santa Madre Chiesa. Non sono certo dottrina e tavole della legge).

LA FORZA DEI SINGOLI. Come si vede anche all’interno del mondo di Cl, le idee sul futuro politico dei cattolici non sono chiare. Quello che è certo è che la stagione d’oro dei credenti in politica fu la somma di autentiche individualità (Alcide De Gasperi, Guido Gonella, Giuseppe Dossetti, Giorgio La Pira, Giuseppe Lazzati, Amintore Fanfani, Ezio Vanoni solo per ricordare qualche nome) senza movimenti alle spalle. Perché i singoli sono più forti di ogni movimento la cui preoccupazione sembra più la difesa di una rendita di posizione che la volontà di educare autenticamente alla testimonianza cristiana in politica.

fonte: Lettera 43, 20 Giugno 2011

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