venerdì 14 luglio 2023

Un comune disegno riformatore

Il governo è attraversato da tsunami che mettono a dura prova la leadership di Giorgia Meloni. Così loro ci provano a mettere in mare una piccola scialuppa, ennesimo contenitore centrista che dovrebbe riuscire a fare sterzare il timone del governo verso quell'area politica liberal fino a ieri presidiata da Silvio Berlusconi e oggi da loro considerata orfana. A differenza degli altri gruppi analoghi essi vantano di non fare parte organica dell'alleanza di centrodestra e quindi di avere maggiore libertà di manovra e di influenza e a differenza dell'ex Terzo Polo sottolineano la matrice cattolica. In più ci sono le europee del prossimo anno, col ruolo che intendono giocare i centristi. Tanta carne al fuoco per i volenterosi che terranno la presentazione ufficiale della loro creatura politica il 19 luglio alla Camera dei Deputati.

A fare gli onori di casa saranno, tra gli altri: Marco Follini, quattro legislature, ex vice presidente del Consiglio (governo Berlusconi del 2004), ex Dc, ex Udc, ex Pd, Gaetano Quagliariello, quattro legislature, ex ministro nel governo Letta del 2013, ex Pri, ex partito radicale, ex Forza Italia, Mario Mauro, una legislatura più tre da europarlamentare, ministro nel governo Letta del 2013, ex Fi, ex Scelta Civica (Mario Monti), Giuseppe De Mita (nipote dello scomparso Ciriaco), una legislatura e dal 2010 al 2013 vicepresidente della Regione Campania, ex Dc, ex Pd, ex Udc, Giorgio Merlo, quattro legislature, ex Dc, ex Ppi, ex Pd, Angelo Sanza, dieci legislature, quattro volte sottosegretario (governi De Mita, Goria, Cossiga-Forlani-Spadolini, Andreotti), ex Dc, ex Fi, ex Udc.

Tutti insieme appassionatamente in Base Popolare, così si chiama il neo raggruppamento che dopo l'ufficializzazione alla Camera incomincerà a raccogliere adesioni, sfidando anche il periodo estivo poiché le elezioni europee sono vicine, il centro è in fase di assestamento e questa nuova voce reclama il proprio spazio. Spiega Giuseppe De Mita: «C'è bisogno di una nuova forza politica autonoma di matrice popolare. Non è possibile organizzarne la presenza in uno degli schieramenti esistenti, di destra o di sinistra, poiché le loro posizioni politiche oggi prevalenti sono costruite sull'elaborazione di proposte riferite a modelli astratti, conditi di demagogia ideologica, che cercano di forzare la realtà o ne ignorano una parte. Il popolarismo cerca risposte non fondate su astratte pretese di verità, ma dentro la complessità della realtà. Il bisogno di sicurezza e il desiderio di libertà, che in misura diversa caratterizzano le principali tendenze sociali, non sono i termini di uno scontro irriducibile, ma gli elementi di un conflitto che la cultura politica deve pacificare offrendo loro un orizzonte di compatibilità».

Molti sono stati i tentativi di riempire il vuoto lasciato dalla Dc. Il principale è stato quello di Forza Italia. Ma l'area centrista ha visto nascere (e morire) gruppi e movimenti di vario genere. Quali sono le prospettive di Base Popolare? Secondo Follini: «La destra gode oggi di un vantaggio numerico e insieme di un vantaggio strategico. Il favore popolare è dalla sua, come dicono i numeri. E l'impossibilità di coalizzare tutti gli avversari accomunandoli in uno stesso cartello elettorale aggiunge una buona dose di fortuna ai numeri della maggioranza. Dunque, viene facile scommettere sulla stabilità, a meno di errori ed eventi che modifichino questo quadro un po' idilliaco.

Eppure tutti questi vantaggi contengono un'intima fragilità, che è legata alla profonda crisi del sistema politico. E dunque, se a quella crisi non verrà posto rimedio, è facile prevedere che prima o poi essa invaderà anche i giardini fioriti dell'attuale maggioranza di governo. Ma il rimedio sta per l'appunto in un comune disegno riformatore. Quel disegno che da mezzo secolo a questa parte viene continuamente evocato e che poi continuamente svanisce”.

Del gruppo costitutivo di Base Popolare fanno parte anche Lorenzo Dellai, una legislatura, ex sindaco di Trento, ex presidente del Trentino Alto Adige, ex Dc, ex Ppi, ex Scelta Civica e Francesco Maria Tuccillo, avvocato e segretario di Avocats sans frontières. Il vertice del Partito popolare europeo ha espresso un apprezzamento che si concretizzerà nella presenza di Manfred Weber, capogruppo del Ppe, alla prima manifestazione ufficiale del movimento, a settembre.

Dice Gaetano Quagliariello: «L'attuale governo è a guida centrodestra, cioè il mio schieramento da sempre, ma al suo interno la parte liberale, quella a cui sono sempre stato vicino, oggi conta davvero poco. Ciò è, oggettivamente, frutto di diversi errori fatti nel tempo. Penso che Giorgia Meloni stia facendo molto bene, ma penso anche che questa parte liberale abbia bisogno di ripensarsi». Aggiunge Mario Mauro: «L'Europa sta andando a destra, ma è responsabilità dei socialisti, e anche di quelle forme che in Italia si chiamano 'dibattito sul centro'. Così il centro viene, non di rado, riassorbito nell'orbita di quei partiti di destra che nei singoli Paesi trionfano. Il governo Meloni da questo punto di vista è un modello esemplare, dove la rappresentanza dei moderati vale intorno al 7/8%. Si tratta di un'anomalia. Perciò vogliamo ricostruire l'area popolare, non per il blasone che porta, ma perché la politica senza pensiero trascinerà il nostro Paese e l'Europa verso il conflitto. Dobbiamo quindi fare un sacrificio organizzativo, metterci insieme in una direzione di marcia. Ci abbiamo provato in tanti in questi anni, ma siamo stati vinti e messi al muro. Dobbiamo evitare di farci la guerra a vicenda, di mettere veti. Un soggetto politico non può essere ridotto a feudo. Facciamo presto, bene e insieme».

Base Popolare molla gli ormeggi. Tra i prossimi ingressi vi sarebbe quello di Marco Bentivogli, ex segretario della Fim-Cisl e co-fondatore del movimento Base Italia: sempre Base è… È annunciata pure la richiesta di un incontro da parte di De Mita & Co con Carlo Calenda e Matteo Renzi. Ci si potrà accordare in vista delle europee? Non sarà facile ma ci si proverà. A settembre bisognerà decidere. Conclude Lorenzo Dellai: «Tutti noi abbiamo pasticciato una serie di soluzioni parziali, limitate, autoreferenziali. Rimane fondamentale e cogente la necessità del recupero di un pensiero popolare. Smettiamola di piantare micro bandierine in ogni dove. Dobbiamo davvero costruire una casa comune. Italia Viva e Azione? Il problema è che è un soggetto con due proprietari, dove c'è molta cultura liberal, poca cultura popolare. Non possiamo essere dei gregari, ma stare su un livello di pari dignità».


Fonte: Italia Oggi, Carlo Valentini, 11 luglio 2023

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