venerdì 3 febbraio 2012

L'eredità della Margherita

Il clima tra gli ex dirigenti della Margherita diventa sempre più pesante. L’iniziale incredulità per i fatti portati alla luce dalla procura di Roma su indicazione di Bankitalia ha lasciato ormai definitivamente il passo alla consapevolezza che le procedure di verifica interne non hanno funzionato.
Più che alle responsabilità individuali, però, si guarda soprattutto a quelle collettive, di un gruppo dirigente ormai smembrato in più partiti e con gli occhi rivolti a questi più che all’appartenenza precedente. La preoccupazione principale riguarda gli ulteriori sviluppi dell’indagine dei magistrati. Il procuratore aggiunto Alberto Caperna e il pm Stefano Pesci hanno dato infatti mandato di allargare le indagini relative ai conti della Margherita, per accertare eventuali ulteriori appropriazioni indebite, a parte quelle addebitate a Luigi Lusi.
In questo contesto, altri parlamentari ex Dl saranno sentiti nelle prossime ore in qualità di testimoni. L’ex tesoriere rimane infatti l’unico indagato, almeno per il momento. Tra i primi a essere chiamati dai giudici, potrebbero essere Lusetti, Carra e gli altri ex Dl che avevano già presentato a suo tempo un ricorso al tribunale civile per impugnare i bilanci degli anni 2009 e 2010.
Al di là degli accertamenti penali, molti dirigenti si chiedono oggi se dopo la fine dell’attività politica della Margherita siano stati erogati da Lusi fondi per l’attività politica di fondazioni e gruppi politici “eredi” dei Dl, come risulta anche dai rendiconti pubblicati in Gazzetta ufficiale.
In pochi lo negano, nessuno però sembra disposto a dichiarare di averne beneficiato. D’altra parte, un sistema evidentemente poco regolato, com’è emerso anche dall’inchiesta Lusi, e rapporti interni più o meno tesi rendono difficile un chiarimento. Che, a questo punto, sarà svolto dalla procura, per capire se in alcuni casi si è operato al di là della soglia di legittimità, con Lusi disposto a concedere più di quanto rendicontato, in cambio delle mani libere sul resto dei conti. Eventualità che finora non è comunque emersa. «Da parte di Francesco Rutelli e dei vertici della Margherita – garantisce Titti Madia, legale dell’ex leader Dl – c’è il desiderio che si faccia la massima chiarezza sulla vicenda e quindi tutte le indagini che svolgerà l’autorità giudiziaria avranno sicuramente la loro massima collaborazione e troveranno la massima soddisfazione».
In attesa che si riunisca l’assemblea nazionale della Margherita, prevista per la fine del mese (il presidente Enzo Bianco vuole prima avere in mano gli esiti della due diligence commissionata alla Kpmg), in questi giorni gli ex dirigenti Dl si limitano a contatti informali tra loro. Ieri mattina, questi ultimi avrebbero dovuto tenere una riunione del comitato, costituito a suo tempo per avviare la “liquidazione” del partito.
L’incontro, però, è stato annullato: nessuno è al corrente di quanto accertato dai magistrati e chi lo è (Rutelli, l’unico ad essere stato interrogato finora), è tenuto al segreto istruttorio. È stato ritenuto quindi inutile discutere sulla base di quanto pubblicato dai giornali, rischiando per di più un ritorno d’immagine negativo. A vedersi sono stati solo Rutelli, Bianco e Bocci, rimasti al vertice dell’ex partito.
Gli “eredi” della Margherita cominciano a interrogarsi anche su cosa fare del “tesoretto” custodito nelle casse, una volta reintegrato con i soldi sottratti da Lusi (a questo proposito, l’offerta di 5 milioni promessa dall’ex tesoriere non è ritenuta soddisfacente dai vertici Dl). Le ipotesi al vaglio sono tre.
La prima, promossa da Pierluigi Castagnetti, Enrico Letta e Rosy Bindi, è la restituzione allo stato dei rimborsi elettorali ricevuti, per «chiudere anche formalmente e finanziariamente l’esperienza che politicamente è ormai finita», spiega il vicesegretario dem. La seconda, che trova consensi soprattutto nell’area che fa riferimento a Dario Franceschini, privilegia invece la confluenza nelle casse del Pd, con la clausola che i Ds facciano altrettanto.
Ma questo aprirebbe un contenzioso complicato con chi ha scelto altre strade (Api, Udc). La terza proposta, ritenuta meno probabile, è stata avanzata da Luciano Neri, già responsabile della circoscrizione estero dei Dl: distribuire i fondi residui in beneficenza. A sciogliere questo nodo sarà chiamata al più presto l’assemblea nazionale. 

Europa, 3 febbraio 2012

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