venerdì 29 gennaio 2016

Il ruolo di Tommaso da Celano



Fra Tommaso da Celano fu attore protagonista del nascente francescanesimo “li dove la Provvidenza di Dio lo fece testimone della sua Misericordia”.

Queste le parole di monsignor Pietro Santoro, Vescovo di Avezzano, in un messaggio portato da Ennio Grossi al convegno internazionale su “Tommaso da Celano, agiografo di san Francesco” che si è aperto questa mattina alla Pontificia Facoltà teologica “San Bonaventura”, Seraphicum.

Nel messaggio il Vescovo di Avezzano ha ricordato che Fra Tommaso, autore della prima biografia di san Francesco, ha potuto conoscere il poverello di Assisi, per essergli stato vicino, in “assidua comunione di vita e di scambievole familiarità”.
Il prelato ha auspicato che il convegno possa riscoprire il pregio delle opere letterarie di fra Tommaso ma anche l’opera grande della sua vita.

Nell’introdurre i relatori, Fra Domenico Paoletti, Preside della Facoltà Teologica ha spiegato che l’idea di  rivisitare Tommaso, scrittore e testimone di San Francesco e del  Francescanesimo, mostra che “l’agiografia è la vera teologia e aiuta a comprendere meglio Gesù Cristo”.
Perché come ha scritto saggiamente H. U. von Balthasar: “la storia è luogo teologico e i santi sono i veri teologi perché hanno compreso il vangelo vivendolo, e testimoniandolo lo rendono attraente e credibile”.
“Francesco d’Assisi – ha aggiunto il Preside – è conosciuto ed ammirato da tutti perché incontrando e seguendo Gesù Cristo ha testimoniato l’autentico umanesimo “in uscita” come direbbe papa Francesco, ossia in relazione con Dio, con il prossimo e con tutte le creature”.
E noi conosciamo Francesco d’Assisi, e i primi passi del movimento francescano e di Chiara, -ha sottolineato Fra Paoletti – grazie alla testimonianza scritturistica di frate Tommaso da Celano”.
In un libro appena pubblicato dalle  Edizioni Biblioteca Francescana Milano con il titolo “La vita ritrovata del beatissimo Francesco” il medievalista francese Jacques Dalarun racconta di una “leggenda umbra” secondo cui esisteva una storia di San Francesco scritta da Tommaso da Celano su mandato di frate Elia che fu Ministro Generale tra il 1232 ed il 1239.
Il 15 settembre del 2014 il professore Dalarun ricevette da Vermont un messaggio da un suo amico, Sean L.Field, il quale segnalava un manoscritto in vendita che conteneva la “Vita di San Francesco”.
Un’altra studiosa Laura Light ipotizzava che si trattasse della “Vita di San Francesco” scritta da fra Tommaso.
Il prof. Dalarun segnalò la scoperta a Isabelle Le Masne De Chermont, direttrice del dipartimento di manoscritti presso la Bibliothèque nationale de France e con l’accordo del presidente Bruno Racine si decise per l’acquisto del manoscritto.
L’annuncio della scoperta venne dato il 16 gennaio del 2015, e l’Osservatore Romano titolò “Il San Francesco ritrovato”.
Si tratta di una grande scoperta perché nel 1266 al capitolo generale di Parigi , presieduto dal ministro generale Bonaventura, per mettere fine alle discordanze nell’Ordine, venne ordinato di distruggere tutte le leggende liturgiche precedenti a quella scritta da Bonaventura stesso.
Ha sostenuto Dalarum che fu Gregorio IX a chiedere a fra Tommaso la scrittura e pubblicazione della vita del Santo di Assisi, e che “la sopravvivenza del manoscritto” della “Vita del beato padre nostro Francesco” sepolto in una collezione privata fino alla sua messa in vendita  e oggi riemerso “ha veramente del miracoloso”.
Nonostante siano passati diversi secoli la vita di San Francesco, raccontata da fra Tommaso è un testo affascinante e lieto.
Il Convegno internazionale e la pubblicazione del libro di Dalarun, contribuiscono inoltre a ravvivare l’interesse per la causa di beatificazione di Fra Tommaso che già in vita veniva chiamato “beato” dal popolo.

fonte: Zenit

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