venerdì 13 aprile 2012

La storia di Bella

Abbiamo preso la decisione nel fine settimana: la campagna per me è finita. La sospendo da oggi». Il 10 aprile il candidato alle primarie repubblicane Rick Santorum ha deciso di ritirarsi dalla corsa, lasciando a Mitt Romney il compito di sfidare Barack Obama alle prossime presidenziali. Fra le motivazioni che l'hanno spinto alla decisione, l'outsider italoamericano ha citato anche le condizioni della figlia Bella, la cui situazione di salute si è complicata. Non è la prima volta che una vicenda intima influisce sulla carriera politica di Santorum. Anzi. Tutta la sua storia è un continuo intrecciarsi tra privato e pubblico, tra affetti e impegno civile.

Era la metà degli anni Novanta e un allora semisconosciuto Santorum si segnalava per alcune importanti battaglie contro l'aborto a nascita parziale. Una pratica assai cruenta, allora permessa negli Usa e che consiste nell'estrazione parziale del feto dall'utero attraverso l'uso di una pinza; il cranio del bambino è svuotato attraverso una cannula, che ne risucchia il contenuto fino a provocarne la morte. Santorum era uno dei più fieri oppositori a tale prassi e, col passare dei mesi, era diventato la bandiera del mondo pro life. Fu proprio allora che la moglie, Karen Garver, scoprì di essere incinta del quarto figlio, Gabriel, cui i medici diagnosticarono una grave malformazione. La famiglia Santorum si ritrovò quindi nella particolare situazione di attendere proprio uno di quei bambini che, secondo i pro choice, non avrebbero meritato di vivere. La loro battaglia personale divenne un formidabile esempio di come le ragioni della vita potessero essere sostenute anche nelle situazioni più avverse. Fu in quei mesi che Karen iniziò a redigere un diario (poi pubblicato col titolo Letters to Gabriel) la cui eco giunse fino a Madre Teresa di Calcutta che inviò ai coniugi una lettera poi posta a
prefazione del testo.

È quello di Karen un testo ricco di fatti e coincidenze singolari. Come scrisse l'autrice, nella loro vicenda accadevano fatti difficilmente spiegabili con il solo riferimento al caso: «“Perché noi? Perché adesso?”, a nessuno di noi è passata inosservata la coincidenza del fatto che, una settimana dopo il dibattito al Senato, ci siamo trovati di fronte a una gravidanza come quelle che erano state citate a difesa di quella procedura». Gabriel nacque a 22 settimane e sopravvisse solo poche ore, morendo fra le braccia dei suoi genitori.
«Non erano tessuti, era un bambino», disse Santorum dopo quella triste esperienza, testimoniando di aver cullato un bimbo che per la legge sarebbe stato possibile abortire. In diversi interventi pubblici Santorum ritornò ad affermare le sue convinzioni, esprimendo la certezza che «la vita ha sempre un senso» e che nell'esistenza di ciascuno di noi «c'è un piano. Ognuno deve saperlo e dare il suo contributo». Fu a causa di questa sua battagliera posizione che sulla stampa liberal si iniziò a definirlo il «cattolico masochista», cercando in ogni modo di stopparne l'ascesa e la popolarità. Come ha detto in una recente intervista Karen: «Hanno cercato di distorcere le cose, dicendo che avevamo portato a casa un feto. Spero non soffrano mai una perdita simile. Quello era mio figlio. L'ho portato a casa per fargli il funerale. Nessuno può dirmi come seppellire mio figlio».

Nel maggio 2008 un nuovo evento. A casa Santorum s'affacciò il viso paffuto e simpatico di Isabella Maria, detta Bella. La piccola è affetta da una rara sindrome genetica. Per un altro strano scherzo del destino, ancora nel libro di Karen si ritrovano parole profetiche su questa nuova nascita: «Io non potrò mai dire: accetterò e amerò un bambino sano e non uno ammalato. Qualunque bimbo Dio ci donerà noi lo ameremo e lo cureremo con totale dedizione».
Le condizioni di Bella, solo dieci giorni dopo la venuta alla luce, si aggravarono. «I medici ci dissero di lasciarla morire, perché non sarebbe mai stata una bambina come le altre», ha rivelato Santorum durante un dibattito nel novembre scorso. «Chiesi l'ossigeno perché aveva una crisi respiratoria. Ci risposero ancora che dovevamo imparare a mollare!».
I coniugi Santorum portano Bella a casa. La piccola alterna fasi di buona e cattiva salute. nei primi mesi, in Rick qualcosa si incrinò e iniziò a trattare freddamente la piccola, con un distacco poco paterno. È stato sempre lui a narrarlo in recenti interviste: «Mi comportavo esattamente come chi sponsorizza l'aborto: trattavo mia figlia come se la sua vita avesse meno valore delle altre. Avevo deciso di non amarla. Perché così avrei sofferto meno se l'avessi persa». Fu allora che il cattolico Santorum si decise: «Supplicai Dio di salvare Bella. In cambio mi sarei battuto per amare e proteggere non solo lei ma tutti i bambini malati. Cominciai a pregare per capire come».

A far riscattare qualcosa in Santorum è stata la riforma sanitaria del governo Obama, «che è tutto il contrario di quella protezione che promisi». Vinta l'ostilità di Karen, restia a rituffarsi in un'avventura che inevitabilmente avrebbe scombussolato la tranquillità familiare, e quella del suo stesso partito, Santorum decise di iniziare l'avventura, con una motivazione dal sapore molto americano: «Non si fa una cosa del genere se non ci si sente chiamati». Per un anno ha consumato le suole delle scarpe e battuto alle porte degli americani. Pochi fondi, una generale diffidenza nelle sue idee troppo politicamente scorrette, ma anche una serie di vittorie inaspettate che rivelano agli occhi del bel mondo che esiste ancora un'America che crede nella lotta contro l'aborto, la famiglia naturale, il sostegno alla piccola-media impresa. Tematiche care a Santorum e inizialmente ai margini del dibattito, ma che, grazie al suo exploit, sono ritornate nell'agenda dell'establishment a stelle e strisce.

E siamo ai giorni nostri. Il 6 aprile Bella è stata ricoverata. «Come allora capii di essere chiamato in prima linea per essere un buon padre, ora capisco che devo stare vicino a mia figlia», ha dichiarato Santorum il 10 aprile, mentre annunciava lo stop. Cosa succederà ora, è presto per dirlo. Ma come nel caso di Gabriel, anche la fragile vita di Bella ha già interrogato milioni di americani, sbaragliando i piani di un intero partito
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