venerdì 11 maggio 2012

Il lavoro, il denaro e l'elemosina


REGOLA NON BOLLATA


CAPITOLO VII
DEL MODO Dl SERVIRE E Dl LAVORARE

Tutti i frati, in qualunque luogo si trovino presso altri per servire o per lavorare, non facciano né gli amministratori né i cancellieri, né presiedano nelle case in cui prestano servizio; né accettino alcun ufficio che generi scandalo o che porti danno alla loro anima (Cfr. Mc 8,36; Lc 22,26); ma siano minori e sottomessi a tutti coloro che sono in quella stessa casa.
E i frati che sanno lavorare, Iavorino ed esercitino quel mestiere che già conoscono, se non sarà contrario alla salute dell'anima e può essere esercitato onestamente. Infatti dice il profeta: "Mangerai il frutto del tuo lavoro; beato sei e t'andrà bene" (Sal 127,2); e l'Apostolo: "Chi non vuol lavorare, non mangi" (Cfr. Ts 3,10); 6 e: "Ciascuno rimanga in quel mestiere e in quella professione cui fu chiamato" (Cfr. 1Cor 7,24). E per il lavoro prestato possano ricevere tutto il necessario, eccetto il denaro.

E quando sarà necessario, vadano per l'elemosina come gli altri poveri. E possano avere gli arnesi e gli strumenti adatti ai loro mestieri.

Tutti i frati cerchino di applicarsi alle opere buone; poiché sta scritto: Fa' sempre qualche cosa di buono affinché il diavolo ti trovi occupato, e ancora: L'ozio è il nemico dell'anima. Perciò i servi di Dio devono sempre dedicarsi alla preghiera o a qualche opera buona.
Si guardino i frati, ovunque saranno, negli eremi o in altri luoghi, di non appropriarsi di alcun luogo e di non contenderlo ad alcuno.

E chiunque verrà da essi, amico o nemico, ladro o brigante, sia ricevuto con bontà. E ovunque sono i frati e in qualunque luogo si incontreranno, debbano rivedersi volentieri e con gioia di spirito e onorarsi scambievolmente senza mormorazione (1Pt 4,9).
E si guardino i frati dal mostrarsi tristi alI'esterno e oscuri in faccia come gli ipocriti (Cfr. Mt 6,16), ma si mostrino lieti nel Signore (Cfr. Fil 4,4) e giocondi e garbatamente amabili.

CAPITOLO VIII
CHE I FRATI NON RICEVANO DENARO

Il Signore comanda nel Vangelo: "Attenzione, guardatevi da ogni malizia e avarizia" (Lc 12,15 e 21,34); e: "Guardatevi dalle preoccupazioni di questo mondo e dalle cure di questa vita". Perciò, nessun frate, ovunque sia e dovunque vada, in nessun modo prenda con sé o riceva da altri o permetta che sia ricevuta pecunia o denaro, né col pretesto di acquistare vesti o libri, né per compenso di alcun lavoro, insomma per nessuna ragione, se non per una manifesta necessità dei frati infermi; poiché non dobbiamo avere né attribuire alla pecunia e al denaro maggiore utilità che ai sassi.

E il diavolo vuole accecare quelli che li desiderano e li stimano più dei sassi. 5Badiamo, dunque, noi che abbiamo lasciato tutto (Cfr. Mt 19,27), di non perdere, per sì poca cosa, il regno dei cieli.
E se troveremo in qualche luogo del denaro, non curiamocene, come della polvere che si calpesta, poiché è vanità delle vanità e tutto è vanità (Qo 1,2).
.E se per caso, Dio non voglia, capitasse che un frate raccogliesse o avesse della pecunia o del denaro, eccettuato soltanto per la predetta necessità relativa agli infermi, tutti noi frati riteniamolo un falso frate e apostata e un ladro e un brigante, e un ricettatore di borse, a meno che non se ne penta sinceramente
E in nessun modo i frati accettino né permettano di accettare, né cerchino, né facciano cercare pecunia per elemosina, né soldi per qualche casa o luogo, né si accompagnino con persona che vada in cerca di pecunia o di denaro per tali luoghi. 9 Altri servizi invece, che non sono contrari alla nostra forma di vita, i frati li possono fare nei luoghi con la benedizione di Dio.
Tuttavia, i frati, per una evidente necessità dei lebbrosi, possono chiedere l'elemosina per essi.
Si guardino però molto dalla pecunia. Similmente, tutti i frati si guardino di non andare in giro per alcun turpe guadagno.

CAPITOLO IX
DEL CHIEDERE L'ELEMOSINA

Tutti i frati si impegnino a seguire l'umiltà e la povertà del Signore nostro Gesù Cristo, e si ricordino che nient'altro ci è consentito di avere, di tutto il mondo, come dice l'apostolo, se non il cibo e le vesti, e di questi ci dobbiamo accontentare (Cfr. 1Tm 6,8).
E devono essere lieti quando vivono tra persone di poco conto e disprezzate, tra poveri e deboli, tra infermi e lebbrosi e tra i mendicanti lungo la strada.
E quando sarà necessario, vadano per l'elemosina.
E non si vergognino, ma si ricordino piuttosto che il Signor nostro Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo (Gv 11,27), onnipotente, rese la sua faccia come pietra durissima (Is 50, 7), né si vergognò; e fu povero e ospite, e visse di elemosine lui e la beata Vergine e i suoi discepoli. E quando gli uomini facessero loro vergogna e non volessero dare loro l'elemosina, ne ringrazino Iddio, poiché per tali umiliazioni riceveranno grande onore presso il tribunale del Signore nostro Gesù Cristo.

E sappiano che l'umiliazione è imputata non a coloro che la ricevono ma a coloro che la fanno.

E l'elemosina è l'eredità e la giustizia dovuta ai poveri; I'ha acquistata per noi il Signor nostro Gesù Cristo. 9 E i frati che lavorano per acquistarla avranno grande ricompensa e la fanno guadagnare e acquistare a quelli che la donano; poiché tutte le cose che gli uomini lasceranno nel mondo, periranno, ma della carità e delle elemosine che hanno fatto riceveranno il premio dal Signore.
E con fiducia l'uno manifesti all'altro la propria necessità, perché l'altro gli trovi le cose necessarie e gliele dia. E ciascuno ami e nutra il suo fratello, come la madre ama e nutre il proprio figlio (Cfr. 1Ts 2,7), in tutte quelle cose in cui Dio gli darà grazia. 12 E colui che non mangia non giudichi colui che mangia (Rm 14,3).
E ogniqualvolta sopravvenga la necessità, sia consentito a tutti i frati, ovunque si trovino, di prendere tutti i cibi che gli uomini possono mangiare, così come il Signore dice di David, il quale mangiò i pani dell'offerta che non era permesso mangiare se non ai sacerdoti (Mc 2,27; cfr. Mt 12,4). E ricordino ciò che dice il Signore: "Badate a voi che non vi capiti che i vostri cuori siano aggravati dalla crapula e dall'ubriachezza e dalle preoccupazioni di questa vita e che quel giorno piombi su di voi all'improvviso, poiché cadrà come un laccio su tutti coloro che abitano sulla faccia della terra" (Lc 21,34 e 35). Similmente, ancora, in tempo di manifesta necessità tutti i frati provvedano per le cose loro necessarie cosi come il Signore darà loro la grazia, poiché la necessità non ha legge.



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